RIF 2019: infrastrutture, banche chiedono investimenti a lungo termine

|Novità|09 dicembre 2019

Rif 2019Per sostenere lo sviluppo delle infrastrutture in Europa e in Italia è necessario puntare sugli investimenti a lungo termine e sulla sostenibilità. Questo l’appello lanciato dai rappresentanti del settore bancario durante il Rome Investment Forum 2019.

RIF2019: Gentiloni, con InvestEU accelerano gli investimenti

Nel corso del panel ‘Financing Long-Term Investments in Infrastructure: The Role of Institutional Investors and PPPs’ i partecipanti si sono confrontati sugli strumenti e sulle strategie da adottare per rilanciare gli investimenti infrastrutturali a livello nazionale ed europeo.

Come rilanciare gli investimenti infrastrutturali

In futuro per garantire la crescita economica dell’Europa avremo bisogno di strumenti incentrati sul lungo termine e sulla sostenibilità, ha sottolineato Laurent Zylberberg di Caisse des Dépôts, ricordando che dal 2021 partirà il nuovo programma InvestEU.

Questo fondo, che riunirà gli strumenti finanziari attualmente esistenti, sarà la naturale prosecuzione del Piano Juncker nell’ambito della nuova programmazione europea 2021-2027, e avrà una finestra interamente dedicata alle infrastrutture sostenibili. Dal Piano Juncker abbiamo imparato l’importanza della collaborazione tra diversi attori per promuovere gli investimenti, soprattutto quando si parla di sfide green, ha proseguito Zylberberg, ponendo l’accento sul ruolo fondamentale svolto dal private equity per supportare l’effetto leva.

In questo contesto le banche di promozione nazionale giocano un ruolo chiave - ha continuato Simona Camerano di Cassa Depositi e Prestiti (CDP) - poiché conoscono il tessuto produttivo del territorio e rappresentano un interlocutore privilegiato per dare risalto e risonanza ai fondi europei. Nel quadro di InvestEU, CDP – in qualità di partner esecutivo - avrà accesso diretto alla garanzia del programma e potrà sviluppare iniziative dedicate al territorio italiano anche attraverso il blending tra risorse proprie, fondi InvestEU e fondi strutturali e di investimento europei.

Anche i partenariati pubblico-privati (PPP) costituiscono uno strumento dalle straordinarie potenzialità per rilanciare gli investimenti infrastrutturali, ma purtroppo in Italia non sono adeguatamente utilizzati, ha dichiarato la Camerano. Serve quindi uno sforzo collettivo per rendere i PPP effettivamente applicabili, a partire dalla definizione di una pipeline di progetti che possa attrarre gli investitori.

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Il ruolo della BEI

Negli ultimi anni gli investimenti infrastrutturali sono diminuiti drasticamente, ha proseguito Andrea Clerici, a capo dell’Ufficio romano della Banca europea per gli investimenti (BEI). Tuttavia nel 2018 c’è stata una breve ripresa a macchia di leopardo, che ha interessato in particolar modo i progetti per la banda larga in Nord Europa.

Abbiamo assistito inoltre ad una riallocazione degli investimenti, che riguarda soprattutto la manutenzione di infrastrutture esistenti, non di nuove. Per raggiungere gli obiettivi di crescita e sviluppo che l’UE ha fissato per il 2030 bisogna invertire questo trend, iniziando dall’individuazione di progetti bancabili che sappiano attrarre risorse pubbliche e private.

Tra le sue priorità la BEI prevede anche il sostegno agli investimenti infrastrutturali, che interessano le reti trasporto, i progetti per la mobilità sostenibile e la rigenerazione urbana. A partire dal 2021, poi, la banca non finanzierà più interventi che riguardano i combustibili fossili, come deciso dal board a novembre.

Con InvesEU si dà un chiaro segnale sulla direzione che gli investimenti dovranno prendere in Europa, ha proseguito Clerici, ricordando che alla finestra dedicata alle infrastrutture sostenibili spetterà la copertura maggiore, con garanzie per 11,5 miliardi di euro.

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ZES e settore immobiliare

In Italia anche Intesa Sanpaolo è intervenuta per rilanciare gli investimenti infrastrutturali, concentrandosi sulla portualità e sulla logistica, con particolare attenzione al Mezzogiorno, ha spiegato Massimo Deandreis, direttore Studi e Ricerche per il Mezzogiorno – SRM/Intesa Sanpaolo.

La banca, infatti, ha messo a disposizione oltre un miliardo di euro per sostenere gli investimenti nelle Zone economiche speciali (ZES), dove i porti sono più arretrati ma con potenzialità di sviluppo non indifferenti. Inoltre, per assistere le imprese interessate ad investire in queste aree è stato aperto uno sportello ad hoc.

Durante la tavola rotonda è intervenuto anche Alberto Oliveti, presidente dell’Associazione Enti Previdenziali Privati Italiani (AdEPP), illustrando le problematiche che impediscono l’utilizzo strategico della riserva di fondi dell’AdEPP per sostenere gli investimenti infrastrutturali del paese.

Infine, Silvia Rovere, presidente di Assoimmobiliare, ha presentato alcuni dati: il 40% delle emissioni inquinanti viene dagli immobili e l’industria immobiliare rappresenta poco meno del 20% del PIL italiano. Inoltre, il settore immobiliare ha visto crollare gli investimenti dal 2006 e il Governo non ha attivato incentivi consistenti per rilanciare il comparto, subissato da un carico fiscale impressionante, pari a 40 miliardi di euro all’anno.

Si tratta di cifre importanti, soprattutto se si pensa che il 60% dei risparmi degli italiani è investito in immobili e che l’Italia è l’unico paese europeo che non ha recuperato gli investimenti nel settore dopo la crisi economico-finanziaria degli ultimi anni.

L’ecobonus e gli incentivi per le ristrutturazioni previsti dalla Legge di Bilancio si rivolgono a famiglie e condomini, ha proseguito la Rovere, ricordando che favoriscono interventi su edifici residenziali di proprietà diretta; si tratta quindi di misure inutili per rilanciare gli investimenti immobiliari delle società e per cambiare il volto delle città.

Puntare sugli investimenti sostenibili è la regola d’oro per sostenere il settore immobiliare, come testimonia la città di Milano, l’unica che negli ultimi anni ha seguito questa direzione realizzando nuovi quartieri a basso impatto ambientale. Tuttavia per rigenerare i centri urbani italiani serve un chiaro segnale del Governo, con misure e incentivi specifici a sostegno degli investimenti immobiliari.

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