Approda in Gazzetta Ufficiale il Piano per la non autosufficienza relativo al triennio 2019-2021 volto ad eliminare le diseguaglianze territoriali e a costruire un percorso condiviso. Chiarezza anche sullo strumento dei Progetti di vita indipendente.
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Assistenza domiciliare, assistenza indiretta (anche nella forma di trasferimenti monetari) e interventi complementari - come i ricoveri di sollievo. Sono questi gli interventi principali del Piano per le non autosufficienze, che prevede il riparto di un fondo pari a 573,2 milioni di euro per il 2019, a 571 milioni di euro nel 2020 ed a 568,9 milioni di euro nel 2021.
Il Fondo per le non autosufficienze
Gli interventi previsti dal Piano fanno riferimento alle risorse del Fondo per le non autosufficienze (FNA), istituito con la Legge finanziaria per il 2007, con l'intento di fornire sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non autosufficienti per:
- favorirne una dignitosa permanenza presso il proprio domicilio evitando il rischio di istituzionalizzazione;
- garantire, su tutto il territorio nazionale, l'attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni assistenziali.
Dalla dotazione iniziale, pari a 100 milioni di euro per l'anno 2007, il Fondo è via via cresciuto fino a oltre 573 milioni di euro nel 2019, di cui 550 strutturali.
Questi contributi sono aggiuntivi rispetto alle risorse già destinate alle prestazioni e ai servizi a favore delle persone non autosufficienti da parte delle Regioni, nonché da parte delle autonomie locali, e sono finalizzate alla copertura dei costi di rilevanza sociale dell'assistenza sociosanitaria.
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I vantaggi del Piano per la non autosufficienza
Il focus principale riguarda l'analisi dettagliata della platea dei beneficiari e degli interventi finanziati a valere sul Fondo nei territori, da utilizzare come punto di partenza per l'affermazione di politiche dalle caratteristiche omogenee in tutto il Paese.
Un elemento fondamentale del Piano nazionale è la tipologia di attuazione che avverrà mediante piani regionali, al fine di garantire prestazioni omogenee sull’intero territorio italiano e la futura definizione dei LEP, ossia livelli essenziali delle prestazioni.
In particolare, all'interno del sistema dei servizi dovrà essere garantito, specialmente alle persone con disabilità gravissima, un assegno di cura e per l'autonomia che permetta di intensificare sensibilmente i sostegni di cui tali persone necessitano.
Dovrà, inoltre, affermarsi un modello unitario di riconoscimento delle persone che esprimono maggiori bisogni.
A tal proposito, l’Assessore della Regione Molise, Luigi Mazzuto, coordinatore della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni spiega che "il Piano, grazie alla programmazione triennale, consentirà alle Regioni di dare continuità agli interventi assistenziali per le persone in condizioni di non autosufficienza”.
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Progetti di vita indipendente
Nel decreto in Gazzetta Ufficiale, inoltre, si fa riferimento ad azioni per l'implementazione delle “Linee di indirizzo per Progetti di vita indipendente”, che a livello nazionale saranno finanziate con 18,7 milioni di euro, di cui almeno 14,9 milioni a valere sulla quota del Fondo per le non autosufficienze trasferita a ciascuna regione.
L'obiettivo del progetto è cercare di costruire un modello di intervento condiviso in materia di vita indipendente, perché alla persona con disabilità sia consentito scegliere, in piena libertà ed autonomia, come, dove e con chi vivere, in un percorso che si compie insieme alle Regioni ed alle federazioni delle persone con disabilità, con cui sono state individuate le aree di intervento per giungere alla messa a punto di un modello operativo nazionale.
Le aree di intervento riguardano:
- Assistente personale;
- Forme dell’abitare in autonomia: housing e cohousing;
- Inclusione sociale e relazionale;
- Domotica per l’autonomia nell’ambiente domestico;
- Azioni di sistema (es. forme di coinvolgimento attivo del mondo associativo e della comunità di riferimento).
La quota minima di finanziamento per ciascun ambito è pari a 100mila euro, comprensiva della quota di cofinanziamento. Le risorse disponibili oscillano da regione a regione, con valori che raggiungono l'apice in Lombardia (2,5 milioni di euro), Campania e Lazio (1,9 milioni di euro), fino alla disponibilità base di Valle d'Aosta e Molise.
> Consulta il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 novembre 2019, pubblicato sulla GURI n. 28 del 4 febbraio 2020