Dopo la decisione dell’ANCI di interrompere le relazioni istituzionali con Palazzo Chigi, la Regione Sicilia impugna il Milleproroghe davanti alla Corte Costituzionale.
“Abbiamo impugnato davanti alla Corte costituzionale, nell'interesse delle Città metropolitane e dei Comuni coinvolti, la legge con la quale il Governo nazionale ha congelato fino al 2020 le risorse destinate alla riqualificazione di 120 periferie in Italia”, annuncia il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
Il tira e molla sul bando periferie
La Manovra 2016 ha stanziato i primi 500 milioni di euro per il bando dedicato al recupero delle aree degradate del nostro Paese. Risorse incrementate dalla Manovra dell’anno seguente di 1,6 miliardi provenienti dal Fondo Investimenti e dal Fondo sviluppo e coesione.
Il Bando assegnava un massimo di 18 milioni di euro per le città capoluogo e di 40 milioni per le città metropolitane, considerando il cofinanziamento pubblico-privato come premialità.
I 2,1 miliardi di euro complessivamente stanziati servono a finanziare i 120 progetti approvati; ma il decreto Milleproroghe ha previsto il taglio di un miliardo di euro destinato a progetti già avviati in 96 dei 120 Comuni vincitori del bando, per dirottarli su altri interventi.
A placare l’ira degli Enti locali dopo l’ok al Milleproroghe aveva pensato il premier Giuseppe Conte, che si era impegnato a risolvere al più presto il problema con l’emanazione di un decreto ad hoc.
All’ordine del giorno della Conferenza unificata del 20 settembre era stata inserita appunto l’intesa per fissare le procedure di riallocazione dei fondi. Ma il Governo l’ha tolta parlando di problemi di natura tecnica, scatenando così l’ira dell’ANCI, che ha deciso di interrompere i rapporti istituzionali con il Governo.
La Sicilia ricorre alla Consulta
Il blocco delle risorse per il bando periferie causerebbe un danno economico ai Comuni siciliani stimato intorno ai 500 milioni di euro. Da ciò la decisione della giunta regionale di impugnare davanti alla Corte costituzionale il decreto Milleproroghe.
“Lo facciamo perché siamo convinti che si tratta di una decisione sbagliata, che penalizza, ancora di più, le aree già svantaggiate come la Sicilia: e a subirne gli effetti saranno i più deboli. Più che facilitare gli investimenti nelle aree degradate del Paese, si sono bloccati anche quelli già avviati. Una scelta che in Sicilia coinvolge molti progetti per diverse centinaia di migliaia di euro. Anche per questo motivo, qualora dovesse essere confermata la decisione del governo centrale, ci faremo carico di finanziare, con fondi extraregionali, alcune delle opere congelate”.