Secondo il servizio Studi e Bilancio di Camera e Senato il Recovery Plan italiano presenta uno scostamento di 14,4 miliardi tra gli impieghi programmati e i fondi europei messi a disposizione dal pacchetto anticrisi Next Generation EU.
Nonostante i lunghi mesi di lavoro, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) approvato dal Consiglio dei Ministri e presentato al Parlamento sembra non aver ancora raggiunto una forma soddisfacente. Oltre all'incongruenza tra impegni e risorse, nelle sue 35 pagine, il dossier del servizio Studi e Bilancio di Camera e Senato solleva non pochi dubbi sulla struttura e sui contenuti del Recovery Plan.
Le risorse programmate nel Recovery Plan superano i fondi europei a disposizione dell'Italia
Il documento di analisi parte da un presupposto poco rassicurante dal punto di vista delle cifre, ovvero che le informazioni contenute nel PNRR in alcuni punti siano "non del tutto conciliabili sul piano numerico". Quindi, per i tecnici parlamentari certe cifre non tornano.
Nello specifico, le risorse disponibili, scrivono nel dossier che prepara il dibattito politico, arriva a 209,5 miliardi di euro, mentre il totale delle spese a 223,9 miliardi. Con uno "scostamento tra impieghi e risorse" pari appunto a 14,4 miliardi. A tal proposito, si legge nel dossier, "si desume che non risultano reperite risorse a fronte del margine di 14,4 miliardi di maggiori impieghi rispetto all’ammontare complessivo finanziabile dai due dispositivi europei del RRF - cioè il Recovery and Resilience Facility, lo strumento cardine di Next Generation EU, ndr - e del React EU".
I tecnici del Parlamento, quindi, chiedono al Governo di chiarire se si ipotizza che alcuni progetti saranno bocciati, e quindi sforare il tetto servirebbe a non lasciare alcune risorse inutilizzate, oppure se si intende portare avanti tutti i progetti risorse nazionali.