Bruxelles punta ad armonizzare il trattamento delle società della sharing economy nei singoli Stati membri
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Secondo quanto riportato dal Financial Times, è prevista a breve – forse già giovedì 2 giugno – la pubblicazione da parte della Commissione europea delle linee guida per fissare un quadro armonico di regole per la sharing economy. Obiettivo di Bruxelles non è tanto regolare il settore, quanto evitare trattamenti troppo differenziati nei confronti dei soggetti attivi nel settore all'interno dell'Ue.
Una mossa dettata dai divieti previsti in diversi Stati membri nei confronti dei servizi offerti da società come Uber e AirBnb.
Il caso Uber in Europa
L'esempio più eclatante è quello dell'azienda statunitense che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un'applicazione software mobile che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti.
Accolta nel Regno Unito, Uber se l'è vista brutta in Francia e in Belgio. A gennaio, il tribunale di Parigi ha infatti condannato la società Uber France a versare 1,2 milioni di euro di risarcimento all'associazione nazionale dei tassisti francesi, per un difetto di comunicazione riguardante i suoi conducenti. L'accusa è di aver aggirato la regola che impedisce agli autisti iscritti al servizio di trasporto alternativo di raccogliere passeggeri paganti direttamente in strada, bypassando la procedura di prenotazione online attraverso la app di Uber.
In Belgio, il servizio è stato dichiarato illegale nel settembre 2015 dal tribunale del commercio di Bruxelles, che ha ordinato alla società di mettersi in regola con la legislazione belga onde evitare una multa di 10mila euro per ogni infrazione, fino ad un massimo di 1 milione di euro. La giustizia belga aveva già ordinato a Uber di cessare le attività nell’aprile 2014, ma la società aveva fatto appello contro la decisione.
Dopo aver incontrato resistenze anche in Spagna e in Germania, il 23 maggio Travis Kalanick, fondatore e amministratore delegato di Uber ha incontrato i commissari Ue ai Trasporti e alla Ricerca Violeta Bulc e Carlos Moedas per discutere del ruolo della compagnia statunitense nel mercato unico. Fra i temi affrontati nel corso dell'incontro, il futuro del settore trasporti nel quadro dell'economia collaborativa.
Del resto, la volontà della società a stelle e strisce di aprirsi un varco nel mercato europeo è dimostrata dall'ingaggio dell'ex commissaria Ue per la Concorrenza (2004-2010) e l’Agenda digitale (2010-2014) Neelie Kroes, che farà parte di un comitato di consulenza sulle politiche pubbliche.
Uber in Italia
Anche in Italia la compagnia non è stata accolta positivamente dai tassisti, che a partire dal 2014 hanno manifestato contro il servizio di trasporto in sharing. Un anno dopo, il Tribunale di Milano ha disposto il blocco di Uber su tutto il territorio nazionale, linea dura confermata anche dal Viminale.
La situazione potrebbe sbloccarsi con il ddl Concorrenza: il 24 maggio scorso è stato presentato in commissione Industria del Senato un emendamento che chiede al Governo di varare un decreto legislativo per la “revisione della disciplina in materia di servizi pubblici non di linea”, come appunto i servizi di noleggio con conducente offerti da Uber. Decreto che il Governo è delegato ad adottare entro 12 mesi dalla data di entrata in vigore della legge sulla Concorrenza, su proposta dei ministri delle Infrastrutture e dello Sviluppo economico, previo parere della Conferenza unificata.
Nel frattempo, prosegue alla Camera l'esame della proposta di legge sulla sharing economy, che però esclude quei servizi per i quali il gestore stabilisce una tariffa fissa, come appunto Uber.
Il caso AirBnb a Barcellona e Berlino
Ma Uber non è la sola società attiva nel settore della sharing economy che ha incontrato resistenze in Europa. Dopo essersi scontrata con la sindaca di Barcellona Ada Colau - “Tutti devono competere con le stesse regole del gioco, una piattaforma su internet non può diventare un mezzo per schivare le regole e proteggere appartamenti turistici illegali”, ha dichiarato la prima cittadina lo scorso agosto - AirBnb è stata sostanzialmente bloccata a Berlino, dove dal 1 maggio scorso è in vigore una norma che limita notevolmente le funzionalità della piattaforma: i proprietari potranno infatti affittare solo camere, non intere abitazioni.
Ue contro i divieti
Le linee guida che saranno presto pubblicate dalla Commissione europea intendono mettere un freno ai divieti: lo stop del servizi, secondo Bruxelles, dev'essere una soluzione di ultima istanza.
Un elemento fondamentale per la Commissione è costituito dalla tutela del consumatore in termini di sicurezza nell'ambito della prestazione del servizio.
La Commissione vorrebbe fissare dei 'paletti' per definire se dall'attività esercitata tramite la sharing economy viene tratta una integrazione al reddito o se tale attività e' di fatto quella principale. Inoltre, Bruxelles sarebbe favorevole a stabilire un tetto al numero dei giorni in un anno che può essere permesso per l'affitto di un appartamento online.
Centrale, e spinosa, sarà la questione del “rapporto di lavoro”: in base alle indiscrezioni sulle linee guida di prossima pubblicazione, per Bruxelles non sarebbe compito dell’azienda stabilire le tariffe e dei clienti per i suoi collaboratori. In caso contrario diventerebbero veri e propri dipendenti e di conseguenza sarebbe necessario siglare con loro un contratto di lavoro. Una linea che, se confermata, vedrebbe soprattutto l’opposizione di Uber, che non considera gli autisti suoi dipendenti.