Piano Juncker - nel 2016 stravince il credito alle Pmi

|Novità|07 aprile 2016

Il piano Juncker in Italia passa soprattutto dagli istituti di credito e dagli intermediari finanziari

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Questo dato emerge chiaramente dalla lettura degli elenchi relativi ai progetti che nel 2016 sono stati approvati in Italia nel quadro del programma di investimenti sostenuto da Bruxelles. Sono, infatti, sedici i progetti licenziati nel corso dell’anno e solo uno di questi riguarda un grande investimento industriale: si tratta del prestito concesso a Grimaldi group per l’acquisto di dieci navi. Il fenomeno, rispetto al 2015, è nuovo. Lo scorso anno, infatti, erano stati chiusi accordi con grandi gruppi come Telecom, Trenitalia, Arvedi che, però, nei primi mesi del 2016 non hanno avuto un seguito.

I progetti approvati

La lista relativa al 2016 conferma, fino a questo momento, che l’Italia sta sfruttando in pieno le opportunità offerte dal piano Juncker. Per adesso risultano approvati quindici progetti tra Bei e Fei, per un totale di finanziamenti per 388 milioni di euro e un valore di investimenti pari a circa 4,4 miliardi totali. Un effetto leva parecchio elevato, ma comunque in linea con i parametri indicati dall’Europa.

Gli accordi con le banche

Guardando alla composizione dell’elenco relativo al 2016, spicca la netta prevalenza di accordi tra Bei, Fei e le piccole banche, per la concessione di prestiti alle piccole e medie imprese. Si conferma, cioè, che l’Efsi sta fungendo da piattaforma per garantire finanziamenti alle Pmi. Anche se questo porta un’incognita, dal momento che non è chiaro quanto credito queste convenzioni riusciranno effettivamente ad attivare a valle della sottoscrizione. Sul punto non esistono ancora dati precisi della Commissione Ue.

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Il gruppo Grimaldi

Comunque, a parte queste valutazioni, nel 2016 l’operazione principale approvata in Italia, dal lato delle grandi imprese, riguarda il Grimaldi group per l‘acquisto di dieci navi: è stato messo a bilancio un finanziamento totale di 200 milioni di euro in grado di mobilitare investimenti per 509 milioni di euro. Queste imbarcazioni saranno utilizzate sulla rotta che va dall’Europa al Nord America e miglioreranno di molto, secondo le previsioni, i livelli di sostenibilità ambientale del gruppo.

Le altre convenzioni

Per il resto, siamo davanti a un lungo elenco di accordi tra il Fondo europeo per gli investimenti e soggetti attivi nel settore del credito. Nell’elenco compaiono l’accordo con la Sgr Wisequity (38 milioni con 375 di investimenti stimati), i progetti di Banca Crs (3 milioni) e Creval (15 milioni), quello del Banco popolare e diversi accordi con la Bcc di Cambiano. Ancora, sono stati chiusi accordi con i Confidi di Marche e Piemonte e con il Fondo centrale di garanzia. In molti casi, va sottolineato che per questi accordi vengono preventivati effetti leva molto elevati.

La situazione del 2015

Bisogna poi notare che, rispetto al 2015, stiamo assistendo a un grande rafforzamento degli accordi con le banche, dopo che nel 2015 erano state nettamente prevalenti le operazioni di investimento delle imprese di grandi dimensioni. Rileggendo gli elenchi dello scorso anno, infatti, spuntano i finanziamenti ad Arvedi (100 milioni di euro), Telecom (500 milioni), Trenitalia (300 milioni), 21 Retegas (200 milioni), Novamont (15 milioni di euro). Un attivismo che, almeno per ora, nel 2016 non è stato confermato.