La Commissione europea ha chiesto all'Italia, e ad altri 14 Stati membri, maggiori informazioni sugli accordi fiscali individuali (tax ruling), che potrebbero essere utilizzati dai paesi dell'Unione per assicurare alle imprese vantaggi selettivi in contrasto con le regole Ue in materia di aiuti di Stato.
Dopo una prima richiesta di informazioni sui tax ruling transfrontalieri, cioè i sistemi che permettono di definire in anticipo il trattamento fiscale riservato a un'azienda, inoltrata a tutti gli Stati membri alla fine del 2014, Bruxelles ha chiesto oggi ulteriori chiarimenti all'Italia e ad altri 14 paesi: Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Portogallo, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria.
L'obiettivo dell'iniziativa, che al momento non comporta l'avvio di una procedura per violazione delle norme Ue in materia di aiuti di Stato, è ricostruire il quadro delle pratiche in materia di trattamento fiscale adottate dagli Stati membri, ha spiegato la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager. Più complicata la situazione per Polonia ed Estonia, che non hanno risposto alla prima lettera della Commissione e ora hanno un mese di tempo per evitare il deferimento alla Corte di giustizia dell'Unione europea.
L'iniziativa della Commissione rientra nel quadro degli sforzi per migliorare la trasparenza in materia di politiche fiscali e fa il paio con la proposta di prevedere lo scambio automatico delle informazioni sul tax ruling tra gli Stati membri, su cui i ministri delle Finanze dell'Unione hanno già raggiunto un primo compromesso a marzo.
Al testo, che in caso di esito positivo dei negoziati tra Commissione, Parlamento e Consiglio dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2016, dovrebbe poi aggiungersi un piano d'azione, che l'Esecutivo Ue presenterà a metà giugno, per rendere più efficiente e trasparente la tassazione nei confronti delle imprese.
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Author: European Parliament / photo on flickr