Chat with us, powered by LiveChatGoverno: DPCM del 26 giugno 2014, via al Fondo straordinario per l'editoria - FASI
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Governo: DPCM del 26 giugno 2014, via al Fondo straordinario per l'editoria

|Novità
27 giugno 2014

GiornaliIn attuazione della legge di Stabilità 2014, che ha previsto l’istituzione di un Fondo straordinario per l’editoria, il sottosegretario Luca Lotti ha firmato il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri che stabilisce criteri e modalità per l'accesso ai contributi per l'anno in corso.

La dotazione del fondo per il triennio 2014/2016 ammonta a 120 milioni di euro, di cui circa 45 milioni di euro per il 2014.

Le risorse sono destinate:

  • alla concessione di contributi per investimenti in innovazione tecnologica e digitale,
  • al riconoscimento di incentivi per l'assunzione di giornalisti,
  • al sostegno di programmi di ristrutturazione aziendale che prevedano una revisione dell’organico con il ricorso a prepensionamenti,
  • al parziale finanziamento degli ammortizzatori sociali.

"Sono particolarmente soddisfatto per la misura sull’innovazione tecnologica, attraverso la quale, da una parte, sarà possibile concedere una garanzia per chi investe in innovazione tecnologica e digitale, dall'altra, premiare le migliori start-up”, ha spiegato Lotti.

Per quanto riguarda il fronte occupazione, il sottosegretario ha anticipato che gli sgravi fiscali saranno pari:

  • al 100% per 36 mesi per le assunzioni a tempo indeterminato,
  • al 50% per 36 mesi per le assunzioni a tempo determinato.

Inoltre, sono previsti ulteriori incentivi fiscali per la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato.

In direzione del sostegno al lavoro va anche la norma che prevede almeno un'assunzione a tempo indeterminato ogni tre prepensionamenti, con il divieto per chi va in prepensionamento di avere successivamente rapporti di lavoro dipendente o autonomo con l’azienda che ha ricevuto il contributo del Fondo.

Infine, ha spiegato il sottosegretario, "una parte minima del Fondo viene destinata agli ammortizzatori sociali, a condizione che vi sia un intervento almeno di pari ammontare da parte delle imprese editoriali”.

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