Al MEF un convegno nel quale si sono ascoltate finalmente cose nuove nel comparto degli investimenti pubblici e sul ruolo delle Partecipazioni Pubblico Private nel concorso allo sviluppo del sistema infrastrutturale del nostro Paese.
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Giovedì, 18 luglio 2018, al Ministero del Tesoro si è tenuto un evento teso alla presentazione del nuovo schema di contratto tra PA e privati nella sfera delle concessioni e dei servizi, schema elaborato dall’apposito Gruppo di lavoro della Ragioneria Generale dello Stato coadiuvato dai contributi di altri organismi dello Stato e con la consultazione di alcuni stakeholder impegnati nel settore.
Perché nuovo? Perché in realtà un evento analogo c’era stato già alla fine del 2015, con la presentazione di uno schema contrattuale, solo che l’avvento di lì a poco, ad aprile del 2016, del nuovo Codice dei contratti pubblici, il DLgs 50/16, aveva costretto il gruppo della RGS a rimettersi al lavoro.
Nel giro di questi tre anni passati, la sensazione che si è percepita, da parte di chi era presente, è stata realmente di un cambio di passo da parte dello Stato sul tema, non solo dal punto di vista sostanziale e metodologico, cioè dei contenuti del documento, ma anche e soprattutto dell’approccio culturale e strategico degli organi deputati ad affrontare i nodi cruciali dello sviluppo del Paese.
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Il ministro dell'Economia Giovanni Tria, che ha aperto i lavori con un intervento equilibrato ed efficace tra politica e tecnica economica, non ha fatto mistero dell’impegno che si è assunto nella missione di attrarre in Italia capitali di investimento, anche stranieri, che possano concorrere a colmare il gap infrastrutturale che divide il nostro Paese dai competitor più diretti.