A tre anni dall’entrata in attività della Recovery and Resilience Facility (RRF) la Commissione europea fa il punto sull’attuazione dello strumento alla base dei PNRR: 225 miliardi erogati e Pil in aumento del 1,4% al 2026. Un’esperienza che “può essere ripetuta”, secondo il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni, partendo dall’emissione di eurobond per finanziare le capacità di difesa europee.
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La Commissione europea presenta la valutazione intermedia del dispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento di ripresa dell'UE al centro del piano NextGenerationEU (NGEU) da 800 miliardi di euro varato per contrastare le conseguenze economiche della pandemia.
Uno strumento che ad oggi ha erogato agli Stati membri quasi 225 miliardi di euro per oltre 1.000 traguardi raggiunti. Un giro di boa che mostra come la Recovery and Resilience Facility abbia raggiunto finora i suoi obiettivi.
“A tre anni dalla sua esistenza, NextGenerationEU continua a sostenere la nostra ripresa economica e a promuovere cambiamenti positivi in tutta l’UE. Abbiamo visto finanziamenti per progetti di efficienza energetica, energie rinnovabili e digitalizzazione come mai prima d’ora. Il nostro piano ha aiutato i giovani ad acquisire le competenze di cui hanno bisogno e ha contribuito a far crescere il nostro settore a zero emissioni nette. Con una combinazione unica di riforme e investimenti, NextGenerationEU sta affrontando le sfide nazionali e accelerando le nostre priorità comuni per un’UE verde, inclusiva, digitale, resiliente e competitiva. La valutazione intermedia odierna illustra questi risultati e apre la strada al 2026”, dichiara la presidente Ursula von der Leyen.
Guarda oltre la scadenza di NGEU anche il commissario all’Economia Paolo Gentiloni: “L'esperienza del NGEU può essere ripetuta. Più che dire diamo sei mesi o un anno in più a NGEU impiegherei la volontà politica per lavorare in questa direzione: creare nuovi fondi comuni per obiettivi comuni”.
Tra questi la difesa: “secondo me è un'ottima idea” emettere eurobond per finanziare le capacità di difesa europee, con un nuovo NGEU ad hoc.
Da escludere invece una proroga dello strumento esistente: “Non è fattibile” rinviare la scadenza al 2026 dei PNRR, ha detto il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis.
Recovery and Resilience Facility: come sta andando finora?
Veniamo in numeri: ad oggi sono stati erogati agli Stati membri quasi 225 miliardi di euro di fondi RRF, di cui 67 in prefinanziamenti per realizzare riforme e investimenti e alleviare l’impatto a breve termine della crisi Covid-19 prima e della crisi energetica poi sui bilanci degli Stati membri.
Non solo. Sono oltre 1.000 i traguardi raggiunti finora, per la precisione alla fine del 2023 la Commissione aveva valutato come soddisfatti in modo soddisfacente oltre 1.150 target e milestones.
Secondo le stime di Bruxelles, inoltre, sono stati risparmiati più di 28 milioni di megawattora di consumo di energia e si prospetta uno scenario di aumento del Pil reale dell’UE fino al 1,4% al 2026 rispetto a uno scenario senza Recovery.
Sempre secondo le stime della Commissione, circa la metà dell’aumento previsto degli investimenti pubblici tra il 2019 e il 2025 deriverà da investimenti finanziati dal bilancio dell’UE, in particolare dal RRF. Contrariamente alle crisi precedenti, gli investimenti pubblici in Europa sono aumentati durante la pandemia di COVID-19 e la successiva crisi energetica, passando dal 3% nel 2019 al 3,3% stimato nel 2023. Nel 2024, si prevede che gli investimenti pubblici raggiungeranno il 3,4% del Pil.
Bruxelles fa il punto anche sulle revisioni dei PNRR adottate da tutti gli Stati membri per rispondere alle nuove sfide. Aggiornamenti che si sono concretizzati nel cosiddetto REPowerEU per contribuire a far fronte all'aumento dei prezzi dell'energia in seguito alla guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, all'elevata inflazione e alle interruzioni della catena di approvvigionamento.
Tali modifiche ai Piani hanno aumentato considerevolmente l’entità del sostegno dell’UE, arrivando a quasi 150 miliardi di euro, cifra che include finanziamenti aggiuntivi per 23 capitoli di REPowerEU e 125,5 miliardi di euro di ulteriore sostegno ai prestiti. In totale, stima la Commissione, la RRF dovrebbe iniettare 650 miliardi di euro di sostegno finanziario alle nostre economie.
Ovviamente, tali revisioni hanno avuto un impatto sul ritmo di attuazione dei PNRR. Tuttavia, sostiene la Commissione, l’attuazione sul campo ha continuato ad andare avanti nel corso del 2023, con un raddoppio del numero di richieste di pagamento presentate entro la fine del 2023, passate da 27 a 54.
Si prevede che questo slancio positivo continui e la Commissione sta attualmente valutando 18 richieste di pagamento, cui nel 2024 se ne dovrebbero aggiungere altre 20. Su questa base, la Commissione prevede di erogare oltre 100 miliardi di euro in pagamenti aggiuntivi entro la fine dell'anno.
Benché i risultati della valutazione intermedia siano positivi, Bruxelles ammette che ci sono margini di miglioramento: è necessaria una flessibilità sufficiente nella progettazione e nell’attuazione dei PNRR per garantire un valore aggiunto costante e un’attuazione agevole, spiega la Commissione in una nota. Inoltre, un’adeguata capacità amministrativa negli Stati membri è fondamentale per una rapida attuazione della RRF, così come lo stretto coinvolgimento delle autorità regionali e locali, nonché delle parti sociali.