Il Recovery Fund è stato uno dei temi chiave della 46esima edizione del Forum Ambrosetti, l'iniziativa che si è svolta a Villa d'Este, Cernobbio. Ecco le principali dichiarazioni sulle strategie di utilizzo dei fondi europei destinati all'Italia.
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"Abbiamo le idee molto chiare: non chiediamo soldi europei per abbassare le tasse, ma per realizzare tutti i progetti e le iniziative nell'ambito di un disegno coerente che rimanga in eredità alle generazione future, un progetto di ripresa e rilancio del paese", ha sottolineato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante l'evento, a proposito del Recovery Fund.
La risposta senza precedenti data dall'UE all'emergenza sanitaria da Covid-19 costituisce contemporaneamente una grande opportunità, ma anche una forte responsabilità non solo per le istituzione europee ma anche per quelle italiane. Il Belpaese, infatti, sarà primo beneficiario delle risorse europee del Recovery e Resilience Facility (RFF), complessivamente 209 miliardi di euro tra prestiti e sovvenzioni.
"È prematuro ritenere conclusa la fase di interventi necessari ad accompagnare l'economia a un ritorno alla normalità. La vera sfida che ci attende è quella di affrontare i nodi strutturali che hanno impedito all'Italia di crescere. La congiuntura economica continua a presentare un quadro estremamente complesso e gli esperti sottolineano come sia caratterizzata da fattori di persistente incertezza. Nessuno può dire oggi quando usciremo da questo quadro negativo economico. Ma la sfida è vincere i nodi strutturali, non tornare come prima della crisi", ha aggiunto il premier.
Recovery Fund: Gualtieri, sei missioni fondamentali
Nel suo intervento al Forum Ambrosetti il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha fornito un'istantanea dettagliata del lavoro governativo in corso per la redazione del Recovery Plan, il Piano nazionale per la ripresa da presentare alla Commissione europea entro il 30 aprile 2021.
Sei le "missioni fondamentali" individuate: digitalizzazione, infrastrutture, decarbonizzazione dell'economia, inclusione, salute e il pacchetto istruzione, formazione, ricerca.
A questi temi, su cui verranno improntati i progetti da finanziare con i fondi della RRF, saranno collegati in modo sinergico altrettante aree di riforma, nello specifico: pubblica amministrazione, ricerca, formazione, fisco, giustizia e lavoro.
Sono queste le basi sulle quali verterà il confronto con le istituzioni europee sulla coerenza fra i piani italiani e le raccomandazioni comunitarie, al centro dell'esame che dovrà dare il via libera ai finanziamenti.
In particolare, a proposito del tema fisco: "Il Recovery plan ci dà le condizioni, uno spazio anche fiscale, per far entrare a regime una riforma che speriamo anch'essa sia ambiziosa e dia semplicità al sistema tributario e una riduzione del carico anche fiscale, soprattutto per i redditi medi e medio bassi", ha dichiarato il ministro Gualtieri, a margine della chiusura dell'evento a Cernobbio.
L'urgenza di presentare il Recovery Plan
Il calendario dei lavori, prevede come prima tappa l'esame delle Linee guida, in programma mercoledì prossimo al Comitato interministeriale per gli Affari europei. Obiettivo generale è quello di avviare per metà ottobre il confronto informale con l'UE sulle bozze di Recovery Plan da chiudere a gennaio, periodo in cui dovrebbe completarsi l'approvazione dei regolamenti a livello comunitario.
Le modalità specifiche e le tempistiche precise degli investimenti, ha sottolineato il ministro Gualtieri, saranno dettagliati a fine settembre nella Nota di aggiornamento al DEF (NADEF), che dovrà sciogliere anche il tema complesso dell'impatto della quota di prestiti sui tendenziali di finanza pubblica già fiaccati dalla crisi Covid-19.
A tal proposito, tuttavia, il ministro dimostra un certo ottimismo, dopo che già da luglio i primi dati sul rimbalzo del secondo trimestre avevano orientato i tecnici verso una stima di flessione annuale nei dintorni del 9%. Peggio del -8% calcolato nel DEF di aprile, ma meglio rispetto alle cadute a due cifre stimate da molti, a partire da Bruxelles e Fondo monetario internazionale.
Dell'urgenza di stilare un Piano nazionale per la ripresa efficace e coerente entro metà ottobre ha parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo intervento al Forum: "Il processo di approvazione dei meccanismi di governo del fondo per la ripresa devono procedere necessariamente con rapidità in modo da rendere disponibili le risorse necessarie già a inizio del 2021. Con la medesima sollecitudine deve intervenire la preparazione dei piani di rilancio nazionale che vanno sottoposti per l'approvazione agli organi comunitari".
La stessa urgenza era stata rilanciata dal vicepresidente della Commissione UE, Frans Timmermans, in un'intervista rilasciata a La Stampa: "I piani nazionali per il Recovery fund vanno presentati molto in fretta e devono riflettere gli orientamenti europei per i quali sono stati definiti". Timmermans ha aggiunto che "la Commissione sarà ferma e chiara nel controllare che si vada nella giusta direzione", ricordando a tutti gli stati membri dell'UE che "non ricapiterà un altro pacchetto finanziario così ampio in un futuro vicino".