L'Unione europea ha una strategia per la biodiversità. Cosa prevede

|Novità|09 giugno 2021

Biodiversità: strategia UE post 2020Oltre a prevedere obiettivi vincolanti per la biodiversità urbana, come tetti verdi sui nuovi edifici, la strategia chiede di intervenire urgentemente per contrastare la riduzione del numero di api e impollinatori.

Legge europea sul clima. Cosa prevede

Presentata dalla Commissione UE a maggio 2020, insieme al piano Farm to Fork, la strategia europea per la biodiversità al 2030 rientra nel quadro del Green Deal e propone una serie di azioni in materia di protezione e ripristino delle specie e degli ecosistemi a rischio. 

Gli obiettivi della strategia per la biodiversità 2030

Gli obiettivi indicati in via prioritaria da Bruxelles sono:

  • raggiungere una quota di almeno il 30% delle aree rurali e marine europee protette. Lo scopo è fare leva sui siti Natura 2000 esistenti e integrarli con zone protette a livello nazionale, garantendo al contempo una protezione rigorosa delle aree particolarmente ricche di biodiversità e ad altissimo valore climatico;
  • trasformare il 10% delle superfici agricole in aree ad alta biodiversità.

La Commissione punta anche al ripristinare gli ecosistemi degradati che versano in condizioni precarie e ridurre le pressioni sulla biodiversità.

Per raggiungere questo obiettivo, l'Esecutivo UE propone di:

  • elaborare una proposta relativa a un nuovo quadro giuridico per il ripristino della natura;
  • migliorare lo stato di conservazione o la tendenza alla conservazione per almeno il 30% degli habitat e delle specie UE il cui stato non è soddisfacente;
  • recuperare almeno 25mila km di fiumi a scorrimento libero;
  • arrestare e invertire il declino degli uccelli e degli insetti presenti sui terreni agricoli, in particolare gli impollinatori;
  • ridurre l'uso e i rischi dei pesticidi chimici in genere e ridurre del 50% l'uso dei pesticidi più pericolosi;
  • adibire almeno il 25% dei terreni agricoli all'agricoltura biologica e migliorare in modo significativo la diffusione delle pratiche agroecologiche;
  • ridurre le perdite dei nutrienti contenuti nei fertilizzanti di almeno il 50% e l'uso di fertilizzanti di almeno il 20%;
  • piantare almeno 3 miliardi di alberi, nel pieno rispetto dei principi ecologici, e proteggere le foreste primarie e antiche ancora esistenti;
  • evitare le catture accessorie di specie protette, oppure ridurle a un livello che consenta il pieno recupero delle popolazioni e non ne pregiudichi lo stato di conservazione.

Inoltre, la strategia mira a creare le condizioni per un cambiamento profondo mettendo in moto un nuovo processo, finalizzato a migliorare la governance della biodiversità e garantire che gli Stati membri integrino nelle politiche nazionali gli impegni delineati nella strategia. Un centro di conoscenze sulla biodiversità e un partenariato per la biodiversità sosterranno una migliore attuazione della ricerca e dell'innovazione in materia a livello europeo. La strategia intende far sì che i regimi fiscali e i prezzi rispecchino in modo più accurato i veri costi ambientali, compreso il costo della perdita di biodiversità, e che quest'ultima sia realmente integrata nel processo decisionale pubblico e delle aziende.

La strategia prevede un finanziamento di 20 miliardi di euro l'anno tra fondi UE, nazionali e privati. Le comunicazioni, che pongono le basi anche all'utilizzo delle nuove biotecnologie in campo, non sono vincolanti ma indicano le linee guida per futuri atti legislativi da concordare con Consiglio e Parlamento europeo.

Q&A sulla strategia

Consiglio, sostegno a biodiversità da bilancio UE e Recovery Fund

Le conclusioni adottate dal Consiglio a ottobre rappresentano gli orientamenti politici che guideranno l'attuazione della strategia, i cui obiettivi - sottolineano i 27 - dovrebbero essere integrati sia nelle proposte legislative future che riguardano la protezione dell'ambiente che in quelle relative ai settori dell'agricoltura, della pesca e della silvicoltura.

Confermato l'obiettivo proposto dall'Esecutivo UE di creare una rete coerente di zone protette ben gestite e di proteggere almeno il 30% della superficie terrestre dell'UE e il 30% della sua zona marina. Il target, si legge nelle conclusioni, dovrebbe essere raggiunto dagli Stati membri collettivamente, e non a livello dei singoli Paesi UE, che parteciperebbero a tale sforzo congiunto tenendo conto delle proprie condizioni nazionali. La nuova rete di aree protette dovrebbe basarsi su Natura 2000 ed essere integrata con designazioni aggiuntive da parte degli Stati membri.

Via libera anche alla proposta di stabilire degli obiettivi in materia di ripristino della natura giuridicamente vincolanti, che la Commissione UE dovrebbe proporre in un piano apposito, previa valutazione d'impatto.

Tali obiettivi dovrebbero poter contare anche sul sostegno finanziario di Next Generation EU, oltre che del Quadro finanziario pluriennale. Secondo i 27, una parte significativa della quota 30% del bilancio dell'UE e di NGEU destinata all'azione per il clima dovrebbe essere investita per tutelare e promuovere la biodiversità.

Parallelamente, il Consiglio ribadisce la determinazione dell'UE a dare l'esempio nell'affrontare la crisi mondiale in cui versa la biodiversità e ad elaborare un ambizioso nuovo quadro globale dell'ONU per la biodiversità in occasione della conferenza delle Nazioni Unite sul tema in programma nel 2021.

Parlamento europeo: obiettivi vincolanti per proteggere fauna selvatica e persone

L'8 giugno 2021 la plenaria del Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla Strategia dell'UE sulla biodiversità per il 2030, che conferma le ambizioni della Commissione per le aree protette: malgrado l'Unione europea possieda già la più vasta rete di aree protette al mondo, i deputati sostengono la necessità di far diventare aree protette almeno il 30% della superficie terrestre e marina dell'UE entro il 2030, e di fornire maggiore protezione a tali aree, comprese tutte le foreste primarie e antiche presenti nell'UE. 

Secondo i deputati, occorre raggiungere uno stato di conservazione favorevole per tutte le specie protette e gli habitat entro il 2030. In linea con la proposta della Commissione, quindi, almeno il 30% delle specie e degli habitat che non hanno uno stato di conservazione soddisfacente dovrebbe raggiungere questo obiettivo. Secondo i deputati, l'UE deve guidare gli sforzi per porre fine al commercio di specie minacciate di estinzione e delle loro parti.

Gli europarlamentari chiedono anche di istituire una piattaforma europea per l'inverdimento urbano, insieme a obiettivi vincolanti sulla biodiversità nelle città, quali una percentuale minima di tetti verdi sui nuovi edifici e il divieto di uso di pesticidi chimici.

Infine, la plenaria chiede una revisione urgente dell'iniziativa dell'UE a favore degli impollinatori, affinché includa un ambizioso quadro europeo di monitoraggio degli impollinatori, con obiettivi e indicatori chiari per contrastare il declino di questi insetti, fondamentali per l'ambiente e la sicurezza alimentare. Inoltre, per ridurre l'uso di pesticidi gli agricoltori, secondo gli eurodeputati servono soluzioni di protezione delle colture sicure per l'ambiente.

Green Deal: come sarà la nuova strategia UE per il suolo?