Rome Investment Forum 2019: quali sfide per Fintech e Insurtech?

|Novità|11 dicembre 2019

Rome Investment Forum 2019Malgrado Fintech e Insurtech in Italia non siano al passo di Paesi come Regno Unito, USA e Cina, gli investimenti di banche e attori del settore finanziario in questi settori è raddoppiato negli ultimi anni, fino a toccare quota 400 milioni. Ma ci sono una serie di nodi da sciogliere e sfide da affrontare.

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Sfide legate innanzitutto alla necessità di una regolamentazione che stia al passo con l’innovazione del settore. Le banche, con la direttiva PSD2, “si sono rese conto dell’importanza dei dati a vantaggio della loro attività” e adesso si muovono verso un miglioramento dell’approccio, sottolinea Pierfrancesco Gaggi, Chairman di ABILab aprendo la sessione dedicata alle sfide per Fintech e Insurtech del Rome Investment Forum 2019.

“Riteniamo sia necessario un approccio trasversale, che abbracci più settori”, prosegue, un approccio che cioè superi la prospettiva adottata dai legislatori europei, centrata sui dati delle banche, che permetta di avviare “un’economia basata sui dati più aperta”.

Un cambiamento di paradigma che coinvolge anche startup e aziende Fintech e Insurtech, che rispetto alle banche e alle assicurazioni tradizionali hanno sì un approccio più agile alla realizzazione di prodotti innovativi, ma al contempo non possono contare sul parco clienti degli attori tradizionali.

L’innovazione di banche e assicurazioni è già in atto

L’integrazione tra i due player è decisiva ed è già iniziata, come testimoniano i dati snocciolati da Gino Giambelluca, responsabile della Divisione Sistemi di pagamento e infrastrutture nel Servizio Supervisione sui mercati e sul sistema dei pagamenti di Banca d’Italia: gli investimenti di banche e altri attori del settore finanziario sono raddoppiati dal 2009, passando da 200 a 400 milioni di euro.

Numeri che non pongono ancora l’Italia all’altezza di altri Paesi europei, come Regno Unito e Francia, o di colossi come USA e Cina, ma che testimoniano un fermento del settore.

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“Questo è un momento perfetto per il settore assicurativo e le banche, perché c’è sempre di più la possibilità di avere una personalizzazione di massa del servizio. Il digitale è fondamentale per noi, se aiuta a risolvere un problema”, afferma Massimo di Tria, Chief Investment Officer di Cattolica Assicurazioni.

“La regolamentazione finora è andata nella direzione giusta”, aggiunge, riferendosi alla PSD2 per le banche e alla direttiva Insurance Distribution (IDD) per le assicurazioni, “c’è stato un cambiamento incredibile verso il meglio”.

Quel che deve cambiare, semmai, è la mentalità: “In Italia l'85% delle persone possiede un immobile, di questi, solo il 2% sono assicurati nel caso di allagamenti, e ciò vale anche per le aziende”.

“La filiera finanziaria è in fermento. Il nostro compito è normare nuovi modelli, ma al contempo anche adottare un nuovo approccio di collaborazione”, sottolinea Giambelluca. “Nell’agenda delle autorità finanziarie ci sono questioni come Fintech, cybermonete, efficienza dei sistemi di pagamento, protezione degli utenti. I nostri sforzi sono volti a adattarci a questa rivoluzione”.

Rivoluzione sul punto di evolversi nuovamente, con il regolamento sandbox. La logica che si intende seguire è semplice: “prima di regolamentare il settore è fondamentale comprendere il fenomeno, inquadrarlo nell’attuale scenario e poi adottare misure correttive”.

L’appello del settore Fintech, rappresentato nel corso del dibattito da Marta Ghiglioni, Managing Director di FintechItalia, associazione di startup del settore, è dare alle autorità di regolamentazione gli strumenti per capire cosa sta accadendo affinché scrivano norme specifiche, meno rigide e che siano competitive. “Nessuno vuole uno sconto sulle licenze, si tratta di capire il rischio reale, valutarlo e adottare le misure di riduzione del rischio adeguate”.

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