Opere incompiute - ancora pochi giorni per aggiornare l'Anagrafe del MIT

|Novità|26 marzo 2019

Opere pubbliche incompiuteLe stazioni appaltanti e gli enti aggiudicatori hanno tempo fino al prossimo 31 marzo per aggiornare con i dati del 2018 l’Anagrafe delle opere pubbliche incompiute messa a disposizione dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT).

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L’Anagrafe delle opere pubbliche incompiute, realizzata grazie all'azione congiunta di MIT, Regioni e Province autonome con la collaborazione di ITACA (Istituto per la trasparenza, l’aggiornamento e la certificazione degli appalti, nato nel 1996 su proposta delle stesse Regioni), riporta l’elenco, in versione pdf o di pagina web, delle opere non completate, inserite sull’apposito sito tramite il SIMOI (Sistema informatico di monitoraggio delle opere incompiute) entro il 31 marzo di ogni anno.

Mancano quindi pochi giorni alla scadenza dei termini per l’aggiornamento dei dati relativi al 2018. Sulla base dei dati ricevuti dalle stazioni appaltanti e dagli enti aggiudicatori, il Ministero, le Regioni e Province autonome, con il supporto di ITACA, pubblicheranno il nuovo elenco delle opere incompiute entro il 30 giugno 2019.

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Il Sistema informativo di monitoraggio delle opere incompiute (SIMOI), attivato dal MIT nel 2013 e accessibile dal sito del Servizio Contratti Pubblici, è una banca dati delle opere non terminate di competenza delle amministrazioni statali, regionali e locali. Si tratta di uno strumento conoscitivo, a supporto delle stazioni appaltanti e degli enti aggiudicatori, che consente di monitorare, ogni anno, lo stato di avanzamento dei lavori incompiuti secondo parametri oggettivi e predeterminati.

Proprio per valorizzare le opere pubbliche mai completate situate nelle città metropolitane e nei comuni capoluogo di provincia, lo ricordiamo, il MIT e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo (MIBAC) hanno siglato a febbraio un accordo. Obiettivo dell'intesa è quello di verificare, con le risorse a disposizione, la possibilità di recuperare beni presenti nell’Anagrafe, eventualmente destinandoli a usi diversi da quelli originariamente previsti, purché compatibili e conformi alle normative vigenti.