Superati rallentamenti e accuse di incostituzionalità, il premier firma la bozza di decreto per ripartire la quota 2018 del Fondo Investimenti. A disposizione, 35,3 miliardi di euro.
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Dopo una serie di rallentamenti, si riapre la partita del Fondo Investimenti. Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha firmato la bozza di dpcm predisposta dal precedente Governo per ripartire la quota 2018 del Fondo per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Risorse decurtate di 585 milioni rispetto alla versione precedente del testo, per essere destinate a una serie di misure per Genova.
Fondo Investimenti: taglio delle risorse e rischio stop
La Manovra 2017 ha istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle finanze, un Fondo per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese in determinati settori di spesa, tra cui i trasporti, le infrastrutture, la ricerca, la difesa del suolo, l'edilizia pubblica, la riqualificazione urbana.
A tali finalità sono stati destinati oltre 47 miliardi di euro in un orizzonte temporale venticinquennale. Parte di tali risorse, ripartite con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 21 luglio 2017, sono già state assegnate.
La Legge di Bilancio 2018 ha rifinanziato il Fondo investimenti per poco più di 36 miliardi dal 2018 al 2033, così ripartiti: 800 milioni di euro per l'anno 2018, 1 miliardo e 615 milioni di euro per il 2019, 2 miliardi e 180 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023, 2 miliardi e 480 milioni per il 2024 e 2 miliardi e mezzo per ciascuno degli anni dal 2025 al 2033.
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Risorse che, in linea con quanto previsto dalla precedente Manovra, sono ripartite fra 12 capitoli di spesa, dai trasporti alle infrastrutture, passando per la ricerca, l'edilizia scolastica e sanitaria e la digitalizzazione delle PA.
A febbraio di quest’anno l’ex premier Paolo Gentiloni ha firmato il dpcm per la ripartizione delle risorse, ma l’iter è stato bloccato ad aprile dalla Corte costituzionale, che ha accolto il ricorso presentato dalla Regione Veneto dichiarando illegittima la norma che non prevedeva un adeguato “coinvolgimento degli enti territoriali nell’adozione dell’atto che regola l’utilizzo del Fondo”.
Questione poi sanata con il decreto Milleproroghe, che ha stabilito che le intese con gli enti locali potranno essere raggiunte anche successivamente.
Conte firma il dpcm di ripartizione delle risorse
Superati gli ostacoli posti dalla Consulta, il Fondo Investimenti si appresta a ripartire, ma con risorse minori rispetto alla versione licenziata dal Governo Gentiloni. Il Fondo, infatti, ha subìto una decurtazione di 585 milioni di euro, che sono stati destinati dal Decreto Emergenze ad una serie di misure per Genova dopo il crollo del ponte Morandi.
Dai 36,1 miliardi iniziali si è passati quindi a 35,3 miliardi di euro, ripartiti rispettando l’impianto della bozza di dpcm precedente fra i seguenti settori:
- trasporti e viabilità: 8,801 milioni;
- mobilità sostenibile e sicurezza stradale: 3,478 milioni;
- infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione: 792,382 milioni;
- ricerca: 1 miliardo 401 milioni;
- difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche; 1 miliardo e 881 milioni;
- edilizia pubblica, compresa quella scolastica e sanitaria: 5 miliardi 620 milioni;
- attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni: 6 miliardi 874 milioni;
- digitalizzazione delle amministrazioni statali: 1 miliardo e 354 milioni;
- prevenzione del rischio sismico: 1 miliardo e 655 milioni;
- investimenti in riqualificazione urbana e sicurezza delle periferie: 354 milioni;
- potenziamento infrastrutture e mezzi per l'ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso: 3,21 miliardi;
- eliminazione delle barriere architettoniche: 294 milioni.