Fondi Ue: Italia, nel 2014 non speso il 66 per cento

|Novità|21 gennaio 2015

(Foto-video: Tiberio Barchielli e Filippo Attili)La programmazione 2014-2020 dei fondi europei parte con il piede sbagliato. Stando ai primi dati della Commissione, l’Italia non ha speso circa 4 miliardi di euro.

In base a un monitoraggio della Commissione Ue, sono complessivamente 21 i miliardi di euro non spesi nel 2014 che dovranno essere trasferiti sul bilancio 2015. Una buona parte di questo denaro riguarda il nostro Paese: si tratta di 4,1 miliardi di euro. In percentuale è il 66% delle risorse messe a disposizione dell’Italia. Nella classifica della capacità di spesa abbiamo fatto registrare la quinta peggiore performance.

I numeri dell'Italia

Stando ai dati della Commissione, l’Italia non è riuscita a utilizzare nel corso del 2014 il 66% dei fondi Ue che avrebbe dovuto spendere entro la fine dell’anno: si tratta di 4,1 miliardi di euro. La partenza della programmazione 2014-2020, influenzata negativamente anche dall’andamento della vecchia programmazione, è stata fortemente ritardata. La Commissione, per rimediare al problema, ha proposto di trasferire questo denaro sul 2015, ma resta il fatto che Roma è il quinto peggior paese dell’Ue per capacità di spesa.

La classifica della spesa

Peggio dell'Italia hanno fatto la Repubblica ceca, che addirittura non ha speso nemmeno un euro, la Romania (ferma al 78%), il Lussemburgo (69%), e l’Irlanda (67%). Su livelli molto vicini ai nostri, poi, ci sono diversi paesi: si tratta di Spagna (61%), Gran Bretagna, Svezia e Bulgaria (54%). Molto meglio è andata la Germania, che non ha impiegato appena il 16% dei fondi, mentre la Slovacchia, l’Austria, la Polonia, la Lettonia, la Finlandia, il Portogallo, la Lituania, l’Olanda e la Slovenia hanno speso tutto o hanno mancato il 100% per percentuali risibili. In totale, sono 21 i miliardi che l’Esecutivo Ue ha formalmente chiesto di spostare sul bilancio 2015.

Italia in ritardo

“Non siamo qui per fare una classifica tra gli Stati membri”, ha spiegato il portavoce alla Politica regionale Jakub Adamowicz, ma “l'Italia è un Paese con molteplici problemi”. Siamo, infatti, il Paese con il più alto numero di programmi operativi (77), che però in larga parte sono da riprogrammare. C’è, poi, un ritardo continuo nella comunicazione dei dati. Gli ultimi erano programmati a dicembre 2014, ma sono stati trasferiti a Bruxelles solo a gennaio del 2015.

Come vanno i programmi operativi

Il portavoce ha anche fatto il punto sull’adozione dei programmi operativi. Spiegando che “i negoziati con l'Italia stanno avanzando”. Complessivamente 19 programmi sono già stati adottati, 13 sono in previsione di adozione entro la fine marzo, e altri 17 dopo il primo maggio. Nello specifico, per quanto riguarda il Fondo sociale europeo, mancano ancora il programma operativo della Campania, per il quale andranno recepite alcune osservazioni fatte dalla Commissione, e quello di Bolzano. Sono attesi dopo il primo maggio. Per quanto riguarda il Fondo europeo di sviluppo regionale, invece, Puglia e Molise sono ancora nel congelatore: anche loro non hanno tenuto conto delle osservazioni di Bruxelles. Discorso simile per la Calabria, che ha trasmesso il suo programma ma che dovrà correggere alcune informazioni sbagliate.