Dopo il fallito accordo fra Europarlamento e Consiglio dei Ministri dell'Unione, la Commissione europea presenta una nuova proposta di bilancio europeo per il 2015.
145,2 miliardi di euro di impegni (+1,8% rispetto al bilancio 2014) e 141,3 miliardi di pagamenti (+0,7% rispetto al bilancio 2014). Questa la proposta presentata dalla Commissione europea per il progetto di bilancio Ue per il 2015, dopo il fallimento dei negoziati fra i ministri competenti dei Ventotto e i rappresentanti del Parlamento europeo.
Come negli anni scorsi, le posizioni di Consiglio e Parlamento erano diametralmente opposte. Quanto al bilancio 2015, i ministri delle Finanze degli stati membri avevano ipotizzato un taglio di 2,1 miliardi di euro rispetto alla proposta iniziale della Commissione, mentre il Parlamento europeo aveva richiesto un aumento di 4 miliardi di euro.
L'ammontare dei pagamenti previsti nella prima proposta dell'Esecutivo Ue, pari a oltre 140 miliardi di euro, rappresentava un incremento del 3,9% rispetto al bilancio 2014. Il Parlamento reclamava, da parte sua, risorse pari a 146,4 miliardi di euro, in aumento dell' 8,1% rispetto all'anno precedente, mentre il Consiglio proponeva di aumentare i livelli di pagamento solo per specifiche attività, come la ricerca e l'educazione.
Oltre al bilancio 2015, i negoziati riguardavano anche l'esercizio 2014: sul piatto, un buco da 26-28 miliardi di euro di fatture inevase, da compensare in modo almeno parziale, onde evitare l’effetto domino sui prossimi esercizi finanziari. L’ipotesi alla base delle contrattazioni consisteva nell'intervenire con 4,7 miliardi di euro.
Le posizioni antitetiche fra Parlamento e Consiglio dei ministri dell'Ue hanno condotto a un nulla di fatto: falliti a metà novembre i negoziati fra le due istituzioni, la Commissione europea si è dovuta mettere subito in moto per preparare una nuova proposta di bilancio 2015 e proposte correttive al bilancio 2014.
Il testo include anche un riferimento specifico alle misure addizionali necessarie alla Politica agricola comune (PAC) per sostenere gli agricoltori europei colpiti dall'embargo russo. Misure che, secondo la proposta realizzata dalla Commissione, possono essere finanziate senza far scattare la riserva di crisi. Un punto su cui l'Esecutivo dovrebbe trovare l'accordo dei negoziatori: nei giorni scorsi, infatti, anche i rappresentanti permanenti degli Stati membri a nome del Consiglio dei ministri dell'Unione europea avevano deciso di non ricorrere alla riserva di crisi nel bilancio agricolo europeo per il 2015 per finanziare i contributi ai produttori agroalimentari europei colpiti dall'embargo russo.
Il testo è stato trasmesso a Parlamento e Consiglio, che hanno a disposizione due settimane per concludere con successo i negoziati, permettendo all'Aula di mettere in votazione il testo nel corso della sessione di dicembre, ultima plenaria del 2014.
Quella che si profila per i negoziatori è una corsa contro il tempo: il bilancio Ue dev'essere infatti approvato entro fine anno, e solo allora, in caso di mancato accordo, scatterebbe il complesso e temuto sistema dei dodicesimi provvisori, ovvero bilanci mensili pari a un dodicesimo di quello del 2014. Più tardi si troverà l'intesa, maggiore è il rischio che restino a secco i programmi di punta per giovani, imprese, innovazione e ricerca, come Erasmus+ e Horizon 2020.
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Commissione europea - proposta bilancio 2015
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