Il passaggio a un’economia climaticamente neutrale comporta grandi cambiamenti, soprattutto per le regioni che più dipendono dai combustibili fossili. Il Just Transition Fund, da 17,5 miliardi, intende appunto aiutarle nel processo di transizione green. L’Italia punta su Taranto e il Sulcis in Sardegna.
Il Fondo per la transizione giusta si inquadra nell’ambito di un più ampio pacchetto di iniziative europee, il Just Transition Mechanism: si tratta di una sorta di ombrello di misure pensate per sostenere l’uscita dai combustibili fossili delle regioni europee che più ne dipendono.
Il Meccanismo di transizione equa vale 100 miliardi e comprende, oltre al Just Transition Fund, un regime ad hoc nell'ambito di InvestEU e uno strumento di prestito per il settore pubblico.
Le risorse del Just Transition Fund
A gennaio del 2020 la Commissione europea ha presentato il Fondo per la transizione giusta, proponendo di destinare al Fondo 7,5 miliardi di euro. Quindi, aveva alzato la posta fino a 40 miliardi aggiuntivi che sarebbero dovuti arrivare dal Recovery Fund, più altri 2,5 miliardi dal budget europeo.
Aspettative che l’accordo raggiunto sul Recovery Fund e sul bilancio 2021-2027 ha rivisto al ribasso, portando la dotazione del Just Transition Fund a 17,5 miliardi (7,5 miliardi dal Quadro finanziario pluriennale 2021-27 e 10 miliardi, ripartiti su tre anni, dallo strumento Next Generation EU).
Come funziona il Fondo
Al di là delle cifre, le regole d'ingaggio per accedere alle risorse del Just Transition Fund sono state indicate dalla Commissione nella proposta iniziale.
A poter presentare domanda di accesso alle risorse del JTF sono gli Stati membri, che devono individuare i territori ammissibili mediante appositi piani territoriali per una transizione giusta, di concerto con la Commissione europea.
Per mobilitare ulteriori investimenti, sono ammessi trasferimenti volontari dal FESR e dal FSE+ al JTF, così da integrare la dotazione di quest'ultimo entro il limite del triplo del sostegno da esso accordato.