Mentre prosegue la protesta degli studenti in tenda contro il caro affitti, il Governo sblocca 660 milioni per realizzare nuovi posti letto da destinare agli alloggi universitari e pubblica un bando ad hoc.
Il caro affitti e l’housing universitario sono entrati in questi giorni nell’attualità italiana per via delle proteste, sempre più ampie e partecipate, degli studenti in tenda. Proteste che hanno acceso i riflettori su un tema in realtà annoso, ma reso più urgente dal generale aumento del costo della vita legato all’inflazione.
Da Milano, dove nei giorni scorsi ha preso il via la protesta davanti al Politecnico, la mobilitazione contro il caro affitto si è allargata a macchia d’olio in tante città italiane, coinvolgendo studenti fuori sede da Nord a Sud contro affitti troppo alti, abitazioni in condizioni precarie e scarsi aiuti pubblici.
Mentre a livello locale e nazionale si cercano soluzioni strutturali al problema, il Governo ha previsto una prima risposta con lo sblocco di 660 milioni di euro. Risorse provenienti dal Fondo per l'housing universitario, istituito dal decreto Aiuti ter (decreto 144/2022) che a sua volta stanzia fondi provenienti dal PNRR, per la precisione dalla Missione 4, Componente 1 'Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università' del Recovery Plan.
Complessivamente il Piano nazionale di ripresa e resilienza stanzia 960 milioni per portare il numero degli alloggi per studenti universitari dagli attuali 40mila a oltre 100mila entro il 2026.
Una prima quota (300 milioni) era stata allocata su un bando chiuso a maggio 2022.
La parte più consistente, 660 milioni appunto, è stata indirizzata tramite il decreto Aiuti ter su un fondo ad hoc, il Fondo per l’housing universitario. Fondo però fino a questo momento “bloccato” in attesa dei provvedimenti attuativi.
Lo sblocco è arrivato l’11 maggio in Consiglio dei Ministri, dopo un confronto tra la Commissione europea e il ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR, Raffaele Fitto, per far sì che le risorse in questione non venissero qualificate come aiuti di Stato da Bruxelles.
Tramite un emendamento del Governo al decreto Pubblica amministrazione, che cancella dal testo della norma sull’housing universitario l’obbligo di autorizzazione da parte dell’UE, Palazzo Chigi ha quindi comunicato “l’immediata operatività” del Fondo da 660 milioni per l'acquisizione della disponibilità di nuovi posti letto presso alloggi o residenze per studenti delle istituzioni della formazione superiore.
Il Ministero dell’Università ha pubblicato il 12 maggio la procedura per mappare gli immobili liberi che potranno essere destinati ad alloggi o residenze universitarie e raggiungere così il target di 52.500 posti letto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Vasta la platea di soggetti che possono inviare manifestazioni di interesse per accedere ai 660 milioni del Fondo per l'housing universitario e mettere a disposizione immobili da convertire a studentati: Amministrazioni statali, Regioni, Enti locali, Enti pubblici e Società a partecipazione pubblica, Società di gestione del risparmio, Università, Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, Enti regionali per il diritto allo studio e altri soggetti pubblici e privati.
Le manifestazioni d'interesse possono essere inviate entro l'11 luglio 2023.
Per saperne di più consulta la scheda sintetica del bando
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