Sono stati prorogati i permessi di soggiorno per lavoro stagionale in scadenza per evitare l'esodo degli stranieri di rientro nel proprio Paese proprio con l’inizio della stagione di raccolta nelle campagne. Lo rende noto il Presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che aveva chiesto urgentemente il provvedimento per sopperire alla mancanza di manodopera stagionale in agricoltura e non pregiudicare le fornitura di generi alimentari a negozi e supermercati.
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La proroga, secondo la circolare del Ministero degli Interni, dura fino al 15 giugno e riguarda i permessi di soggiorno in scadenza dal 31 gennaio al 15 aprile.
Emergenza Covid-19 e manodopera agricola
Da un bisogno relativo ad esigenza necessaria, la presenza di manodopera nel comparto agroalimentare ha subito questa metamorfosi a causa di una duplice coincidenza: sia il caldo inverno che ha anticipato la maturazione delle primizie come fragole e asparagi, sia allo stesso tempo la chiusura della frontiere per l’emergenza sanitaria che ha fermato l’arrivo nelle campagne italiane di lavoratori dall’estero.
Infatti, con il blocco delle frontiere alla circolazione delle persone risulta a rischio più di ¼ del Made in Italy a tavola che viene raccolto nelle campagne da 370mila lavoratori regolari che arrivano ogni anno dall’estero. Si registrano infatti disdette degli impegni di lavoro da parte di decine di migliaia di lavoratori stranieri che in Italia trovano regolarmente occupazione stagionale in agricoltura fornendo il 27% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo l’analisi della Coldiretti.
Secondo i dati Coldiretti, che ha collaborato al Dossier statistico Immigrazione 2019, la comunità di lavoratori agricoli più presente sul territorio nazionale è quella rumena con 10.7591 occupati, davanti a marocchini con 35.013 e indiani con 34.043, che precedono albanesi (32.264), senegalesi (14.165), polacchi (13134), tunisini (13.106), bulgari (11261), macedoni (10.428) e pakistani (10.272).
Sono molti i distretti agricoli del Nord dove i lavoratori immigrati rappresentano una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso della raccolta delle fragole e asparagi nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva, delle mele, delle pere e dei kiwi in Piemonte.
Nell'elaborazione Coldiretti si fa avanti anche l'esigenza di una radicale semplificazione del voucher agricolo per consentire da parte di cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università, attività economiche ed aziende sono chiuse.
Introdotti per la prima volta in via sperimentale con la vendemmia nel 2008, i voucher si applicano proprio in agricoltura per le peculiarità dell’offerta di lavoro nelle campagne. Nel corso degli anni successivi quello dei campi è stata l’unico settore rimasto legato all’originaria disciplina sperimentale con tutte le iniziali limitazioni - solo lavoro stagionale e solo pensionati, studenti e percettori di integrazioni al reddito - e gli accresciuti appesantimenti burocratici che ne hanno limitato l’utilizzo e per questo ora in una situazione di emergenza vanno eliminati.
"Il momento attuale rende necessaria una radicale semplificazione per favorire la diffusione di uno strumento con importanti effetti sull’economia e il lavoro e che si era dimostrato valido nel favorire l’occupazione e l’emersione del sommerso", conclude la Coldiretti.
L'opinione di Confagricoltura
Positiva l'opinione di Confagricoltura in merito al provvedimento di proroga dei permessi al 15 giugno prossimo.
In una nota, l'organizzazione agricola parla della misura come un gran risultato, ottenuto soprattutto a seguito della loro sollecitazione. Il provvedimento, ha sottolineato Confagricoltura, "arriva in un momento cruciale per l’agricoltura, con settori cardine, come quello orticolo e frutticolo, che rischiano di rimanere completamente bloccati a causa della carenza di manodopera. Molti operatori stagionali, infatti, hanno fatto rientro nei loro Paesi d’origine ed altri che sono disponibili a venire – anche perché in possesso di contratti già firmati con le aziende – non riescono ad arrivare perché trovano difficoltà ad attraversare determinati Paesi".
Da qui la richiesta dell'organizzazione all’Unione europea di creare una sorta di corridoio, al fine di facilitare la mobilità all’interno del sistema Europa di questi lavoratori. Insieme a questa iniziativa, sarebbe utile allargare e rendere più flessibili tutti gli strumenti per reclutare nuova manodopera, come i voucher, e avviare in tempi rapidi l’iter per la definizione di un nuovo decreto flussi che consenta al settore agricolo di impiegare lavoratori non comunitari.