Il Parlamento europeo apre la strada dell'Unione bancaria. La plenaria nella riunione di martedì ha approvato tre normative che integrano le decisioni del Consiglio dei ministri dell'Ue sulla delicata materia delle regole comuni per gli istituti di credito.
L’Unione bancaria prende finalmente quota. Il Parlamento europeo ha approvato, nella seduta di martedì, tre normative che separano, in maniera ancora più netta, il bilancio dei contribuenti da quello degli istituti di credito. Vengono così fissati i confini del fondo di risoluzione delle crisi, vengono riviste le procedure sui fallimenti degli istituti di credito e viene rinnovata la normativa in materia di garanzia sui depositi dei correntisti.
Il negoziato
Le tre deliberazioni arrivano a valle della trattativa tra Parlamento e Consiglio, nella quale i paesi membri hanno concesso una maggiore integrazione sul fronte del fondo di risoluzione, come chiesto dall’Assemblea. Nascerà così un plafond unico, finanziato dalle banche, che sarà costituito in maniera rapida, senza far ricorso all’entrata in vigore scaglionata inizialmente richiesta dal Consiglio. Qualsiasi utilizzo di denaro pubblico per salvare le banche sarà collegato a procedure particolarmente rigorose.
Perdite, correntisti protetti
Un primo intervento riguarda le perdite, che spesso in passato sono state scaricate sui correntisti nell’ambito delle procedure di fallimento. Il nuovo sistema, introdotto dalle due normative sulla risoluzione delle crisi bancarie, stabilisce invece che siano i proprietari della banca (gli azionisti) e i creditori (soprattutto i possessori di obbligazioni) a essere in prima linea per assorbire le perdite di una banca, prima che sia fatto ricorso a fonti esterne di finanziamento.
Fondo di risoluzione
Ma non è tutto. Le due normative imporranno alle banche di finanziare fondi di riserva per coprire eventuali perdite. I paesi dell'Unione bancaria condivideranno un fondo unico di risoluzione, finanziato dalle banche, che sarà creato gradualmente nel corso di otto anni. Ai paesi esterni all'Unione bancaria sarà richiesto di istituire, entro dieci anni, un proprio fondo, sempre finanziato dalle banche, pari all'1% dei depositi coperti. Tempi molto più rapidi rispetto alle prime ipotesi del Consiglio.
Depositi, norme riviste
Infine, è stato deliberato l'aggiornamento delle norme Ue già esistenti in materia di garanzia dei depositi. I paesi membri saranno obbligati a istituire degli schemi di rimborso per i depositi garantiti fino a 100mila euro, nel caso la banca in difficoltà non sia in grado di farlo. In tal modo, i contribuenti non dovrebbero sostenere i costi di garanzia di tali depositi.
Tempi più rapidi
Questi soldi saranno messi a disposizione dei contribuenti più rapidamente. L'importo totale del deposito garantito sarà disponibile entro sette giorni lavorativi e una somma di sussistenza (decisa paese per paese) entro cinque giorni. Gli eurodeputati hanno anche inserito clausole che introducono la possibilità che, nel caso un correntista abbia temporaneamente sul proprio conto più di 100 mila euro (ad esempio a causa della vendita di una casa), tutto o parte dell'importo in eccesso sia protetto per almeno tre mesi. In questo modo si cerca di ridurre al minimo le perdite, anche accidentali.