Il sismabonus si prepara a una piccola rivoluzione con la prossima legge di Bilancio.
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Correzioni per i capannoni: per loro il tetto massimo di sconto sarà agganciato ai metri quadri. Un criterio simile a quello che potrebbe arrivare per le ville e i grandi immobili unifamiliari. E, ancora, aggiustamenti per le case popolari e per gli edifici in zona 4, a rischio basso. Sono molte le limature che il Ministero delle Infrastrutture sta studiando in questi giorni, per rendere più efficace la struttura del sismabonus, lo sconto fiscale per la messa in sicurezza dei fabbricati.
Le novità sui capannoni
La prima modifica allo studio, data già per certa da molti esperti, riguarda gli edifici produttivi. E affonda le sue radici in un problema di scrittura della norma attualmente in vigore. Al momento, infatti, per i capannoni vale esattamente lo stesso tetto, pari a 96mila euro, che si utilizza per un qualsiasi appartamento residenziale. Troppo poco per consentire la messa in sicurezza in grandi strutture da migliaia di metri quadri.
Per gli edifici produttivi, allora, ci sarà un cambio strutturale. Il sismabonus, cioè, non sarà più agganciato a un tetto invariabile ma cambierà limite massimo a seconda della superficie: l’ipotesi attualmente allo studio è di consentire una spesa di 3-400 euro al metro quadro per la messa in sicurezza. In questo modo, per un capannone di mille metri quadri si potranno spendere fino a 300mila euro.
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I dubbi del Ministero dell'Economia
Al di là delle proposta del Ministero delle Infrastrutture, però, molto dipenderà dal Ministero dell’Economia. Aumentare il limite di spesa per gli edifici produttivi, infatti, potrebbe avere come conseguenza il drenaggio di moltissime risorse.