La scorsa settimana la Banca europea per gli investimenti ha siglato due importanti accordi in Italia: uno con Cassa depositi e prestiti per supportare gli interventi della Protezione civile sul territorio, l'altro con l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale per lo sviluppo del Porto di Trieste.
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"Grazie a questa intesa mettiamo a disposizione 300 milioni di euro di finanziamenti, che si vanno ad aggiungere ai 230 già stanziati in passato, per interventi di ricostruzione di edifici privati e di attività economiche e produttive", ha spiegato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a margine della firma a Palazzo Chigi.
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"Chi ha subito danni alla propria abitazione o alla propria attività, ad esempio a Venezia, a Matera o nel Metapontino, non dovrà anticipare un euro e non dovrà nemmeno restituire nulla in un secondo tempo: cederà alle banche il credito d’imposta cui avrebbe diritto. Parliamo di risorse concrete, che si vanno ad aggiungere a quelle già stanziate immediatamente dal Governo per gli interventi di somma urgenza. Un’ulteriore dimostrazione dell’importanza di fare sistema, anche con gli attori europei. Un’ulteriore risposta della squadra Italia", ha commentato il premier.
Finanziamenti per lo sviluppo del Porto di Trieste
La Banca europea per gli investimenti (BEI) ha firmato un prestito di 39 milioni di euro con l’Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico Orientale, a cui si aggiungono 6,5 milioni da parte della UE con i fondi CEF (Connecting Europe Facility) nell’ambito del progetto TriesteRailPort.
Trieste è il primo porto ferroviario in Italia dotato di una rete interna (70 km di binari) che si collega con le reti nazionali e internazionali e consente a tutti i moli di essere serviti su rotaia, con la possibilità assemblare treni merci direttamente nei vari terminal. Più di 400 treni al mese collegano il porto di Trieste alle aree manifatturiere e industriali dell'Italia nord-orientale e dell'Europa centrale, con destinazioni diverse come Germania, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Svizzera e Lussemburgo.
Il progetto al centro del finanziamento comprende due diversi componenti, entrambe legate all'aumento di capacità ed efficienza delle operazioni ferroviarie nell'area di servizio portuale:
- la riorganizzazione del cantiere esistente di smistamento ferroviario per consentire la piena operatività degli accessi ferroviari a più treni contemporaneamente di lunghezza fino a 750 metri;
- ripristino di tutte le ferrovie interne esistenti nel porto per collegare la principale stazione alle aree operative.
Per la BEI l’operazione rientra nei filoni tradizionali di attività sia come progetto delle reti europee di trasporto (Trans European network-transport) sia per le rafforzate politiche ambientali, che puntano al sostegno di investimenti che contrastano i cambiamenti climatici.
Per quanto riguarda gli aspetti occupazionali, è stimato che durante la realizzazione dei lavori ci sarà un incremento di circa 400 persone per anno.
L’Unione europea è intervenuta direttamente con il contributo del fondo CEF, lo strumento finanziario diretto a migliorare la qualità delle reti europee nei settori del trasporto, dell’energia e delle telecomunicazioni.
Per Zeno D’Agostino presidente dell’Autorità di Sistema “Questo finanziamento dimostra l’interesse e l’attenzione che l’UE ha per il porto di Trieste, un hub strategico e dinamico che sta investendo molte risorse nel settore ferroviario e quindi su una modalità di trasporto sostenibile”.
Andrea Clerici, responsabile della sede italiana della BEI ha dichiarato: “ E’ questa un’operazione significativa per la BEI per due motivi. Da una parte rientra a pieno titolo nel sostegno ai progetti ambientali; dall’altra rafforza il nostro impegno nel cruciale settore dei porti: nove operazioni negli ultimi anni per circa 600 milioni”.