Il sismabonus potrebbe arrivare in ritardo rispetto alla tabella di marcia che programmava la sua partenza alla fine di febbraio.
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Sismabonus a rischio ritardo. E’ questo uno degli effetti che la crisi di Governo potrebbe avere sulle detrazioni fiscali appena lanciate dalla manovra. L’attuazione del nuovo incentivo fiscale, attualmente in discussione al ministero delle Infrastrutture, subirà infatti dei rallentamenti, causati dalla fase di incertezza politica. Così, sarà difficile centrare il traguardo di febbraio e, a conti fatti, cittadini e imprese potrebbero trovarsi con uno sconto più basso di quello attualmente in vigore.
Gli sconti previsti dalla manovra
Riepiloghiamo, anzitutto, le nuove regole, per capire cosa rischia di ritardare. La manovra ha approvato, per la prevenzione sismica, un sistema che durerà cinque anni, fino a dicembre del 2021. Questo sistema prevede due gruppi di detrazioni, che scattano a seconda della tipologia di intervento.
La detrazione base
La prima è una detrazione base, che vale il 50% e che potrà essere utilizzata per tutte le opere di prevenzione: avrà un rimborso diviso in cinque rate annuali, con un tetto di spesa pari a 96mila euro complessivi. Accanto a questo c’è il secondo gruppo di sconti che, però, al momento non è attivo.
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Il maxi bonus
Gli interventi di prevenzione che saranno certificati da un professionista e che comporteranno il passaggio ad una classe di rischio inferiore, infatti, potranno incassare una maxi detrazione del 70% delle spese. In caso di passaggio di due classi lo sconto arriverà a quota 80 per cento. Ancora, per i condomini si potranno ottenere altri cinque punti, qualora si intervenga tutti insieme sulle parti comuni. Calcoli alla mano il tetto viene fissato all’85%.
Decreto in ritardo
Il problema, però, è che tutta questa seconda parte attende un decreto del ministero delle Infrastrutture: dovrà contenere le linee guida per la classificazione sismica degli edifici, elaborate dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. In pratica, il Mit darà indicazioni a cittadini e tecnici su quando classificare un edificio in una diversa classe di rischio.
Questo decreto è previsto dalla manovra per la fine di febbraio ma, stando alle notizie che arrivano dal ministero, la sua lavorazione si sta molto complicando. I tecnici del Consiglio superiore, infatti, sarebbero in disaccordo sull’impostazione da dare al provvedimento, che al momento punta tutto sul tema dei danni economici ma che, secondo alcuni, dovrebbe essere impostato sul salvataggio di vite umane, con un criterio diverso.
Tempi più lunghi
A questo si aggiunge il problema della crisi di Governo. La classificazione, infatti, era tra le priorità del ministro Graziano Delrio. Un possibile cambio di guida a Porta Pia potrebbe causare un allungamento dei tempi, per riesaminare la questione della classificazione, portando correzioni.
Lo sconto scende dal 65% al 50%
E tutto questo, a conti fatti, avrà un effetto paradossale. Se le nuove norme non saranno attuate, infatti, cittadini e imprese si ritroveranno uno sconto fiscale di importo inferiore rispetto a quello che è già in vigore adesso. Nel 2016, infatti, il sismabonus poteva contare su uno sconto al 65%. Senza linee guida si scenderebbe al 50%: 15 punti in meno da recuperare con le detrazioni.
La cessione dei crediti
Senza contare che un'altra novità rischia di restare bloccata: la cessione dei crediti ai fornitori. Per attuare anche questo passaggio è necessario un provvedimento dell’Agenzia delle Entrate che dovrà spiegare le modalità con le quali i condomini faranno transitare le loro detrazioni alle imprese che effettuano gli interventi.