Con la riforma della Politica agricola comune, i finanziamenti per gli interventi settoriali del Regolamento OCM Unica sono confluiti nel Piano strategico PAC 2023-27. L'Italia ha scelto ortofrutta, patate, miele, olivicolo e vitivinicolo e gli ha riservato in tutto 3 miliardi di euro, cui si aggiungono le risorse FEASR per lo sviluppo rurale. Dopo le disposizioni nazionali per i settori ortofrutticolo e pataticolo adottate dal Masaf a settembre, arrivano anche le istruzioni AGEA per la gestione dei relativi Programmi operativi.
La riforma della Politica agricola comune 2023-27 ha previsto lo spostamento degli interventi settoriali dal Regolamento OCM Unica a quello sui Piani strategici nazionali della PAC, il perno del nuovo modello di gestione dei fondi europei per l'agricoltura, che permette agli Stati membri di programmare le risorse in una cornice unitaria focalizzata sui risultati da raggiungere grazie alla spesa pubblica, più che sulla conformità alle regole UE.
Non solo: gli interventi settoriali che l'OCM Unica metteva a disposizione delle Organizzazioni dei produttori (OP) e delle loro Associazioni (AOP) diventano accessibili a quasi tutte le produzioni, con la libertà per lo Stato membro di scegliere a quali comparti destinare le risorse.
Nel caso dell'Italia, il Piano strategico PAC (PSP) 2023-2027 prevede il finanziamento dei programmi operativi delle OP e AOP in cinque settori – ortofrutta, pataticolo, miele, olivicolo e vitivinicolo – e gli riserva in totale 3 milardi di euro.
A questi si aggiungono 4 miliardi di euro, a valere su FEASR e relativo cofinanziamento, per tre tipi di interventi di sviluppo rurale:
- Costituzione organizzazione di produttori, un contributo forfettario calcolato sulla produzione commercializzata, erogato sotto forma di aiuto decrescente in rate annuali, entro un massimo di 100mila euro all'anno;
- Partecipazione a regimi di qualità, un contributo pari al 100% dei costi fissi sostenuti dalle imprese agricole e agroalimentari per la partecipazione ai regimi di qualità, entro un importo massimo di 3mila euro all'anno;
- Promozione dei prodotti di qualità, un contributo a sostegno delle iniziative di informazione e promozione realizzate dalle associazioni di agricoltori sui regimi di qualità europei e nazionali al fine di migliorare la redditività delle imprese.