Dopo la fase di espansione sperimentata per buona parte del 2022, la fine dello scorso anno e i primi tre trimestri del 2023 sono stati segnati da una contrazione del PIL che, secondo la Commissione europea, proseguirà nell'ultimo trimestre dell'anno e condurrà a una crescita del prodotto interno lordo dello 0,6% sia nell'UE che nell'eurozona. Crescita in rallentamento anche in Italia, per cui Bruxelles prevede un aumento del Pil dello 0,7% nel 2023, a fronte dello 0,9% stimato a settembre e dell'1,2% delle previsioni di primavera.
Bruxelles rivede al ribasso le previsioni di crescita. Ombre sulla manovra 2024
La perdita di slancio dell'economia europea, legata all'inflazione, alla debolezza della domanda esterna e agli effetti superiori al previsto della stretta monetaria - si legge nella nota che accompagna le previsioni d'autunno della Commissione europea - si traduce quindi in una perdita di 0,2 punti percentuali rispetto alle ultime previsioni rilasciate a settembre dall'Esecutivo UE, che stimavano un aumento dello 0,8% sia per l'UE a 27 che per l'eurozona.
Allo stesso tempo Bruxelles si aspetta una graduale ripresa dell'attività economica nel 2024, grazie all'aumento dei consumi e degli investimenti, alla maggiore solidità del mercato del lavoro, alla crescita dei salari e al rallentamento dell'inflazione.
La previsione per il prossimo anno è di una crescita del PIL dell'UE dell'1,3%, quindi 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle stime di settembre, e dell'1,2% nell'area dell'euro, a fronte del precedente 1,3%. Un ulteriore rafforzamento è atteso per il 2025, con una crescita dell'1,7% per l'UE e dell'1,6% per la zona euro.
Le previsioni economiche di Bruxelles per l'Italia
Per quanto riguarda l'Italia, la Commissione europea taglia le stime per il 2023 di 0,2 punti percentuali – dallo 0,9% di settembre allo 0,7% – mentre si attende una crescita del Pil dello 0,9% nel 2024 e dell’1,2 per cento nel 2025. Performance economiche che, però, Bruxelles lega all'aspettativa di un'accelerazione nell'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza da parte di Roma.
"L'attuazione del PNRR è fondamentale per mantenere le prospettive di crescita che, per quanto limitate, esistono nelle nostre proiezioni per quest'anno e per i prossimi anni”, ha spiegato in conferenza stampa il commissario all'Economia Paolo Gentiloni.
La Commissione si aspetta anche una decisa discesa dell'inflazione, con il valore medio in calo dal 6,1% del 2023 al 2,7% del 2024 e al 2,3% nel 2025, e una riduzione della disoccupazione, dall'8,1% del 2022 al 7,6% nel 2023, per poi calare al 7,4% nel 2024 e al 7,3% nel 2025.
Blocco totale, per almeno due anni, per il percorso di risanamento dei conti pubblici: il trend di riduzione del rapporto deficit pubblico e debito/PIL si arresterà nel periodo 2024-2025 a causa degli effetti dell'aumento dei tassi di interesse. Un quadro che, ha commentato Gentiloni, rende “certamente utile per tutti i Paesi e in modo particolare importante anche per l'Italia" la proposta della Commissione sulla riforma del Patto di stabilità e il negoziato in corso per evitare il ritorno alle vecchie regole al 1° gennaio 2024, quando la clausola di salvaguardia generale che ha sospeso il Patto cesserà di applicarsi.