Stop al Patto di stabilità. Ancora flessibilità sulla politica di bilancio UE

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|23 maggio 2022Pulsante icona social per XPulsante icona social per LinkedInPulsante icona social per Facebook
La Commissione ha deciso di confermare la sospensione del patto di stabilità anche per tutto il 2023. A fronte dell'incertezza connessa alla guerra in Ucraina, ai rincari e alle strozzature delle catene di approvvigionamento, Bruxelles lascia agli Stati membri margini per reagire attivando nuove misure di sostegno all'economia. Al via la discussione sulla riforma del patto di stabilità e crescita

Nel 2020, ricorda la Commissione nella comunicazione sul pacchetto di primavera del Semestre europeo presentato oggi, l'attivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di stabilità e crescita ha permesso ai Paesi di UE rispondere rapidamente alle conseguenza dell'emergenza Covid e di mettere in campo aiuti a sostegno di famiglie e imprese che nel 2021 hanno messo l'Europa lungo un percorso di ripresa.

La guerra in Ucraina e le sue implicazioni a lungo termine sulla sicurezza energetica dell'UE mettono nuovamente a rischio gli scenari di crescita, imponendo un passaggio graduale dal sostegno straordinario generalizzato della pandemia a una normalità ancora di là da venire.

Patto di stabilità sospeso per tutto il 2023

In linea con gli orientamenti sulla politica di bilancio nel 2023 pubblicati il 2 marzo scorso dalla Commissione europea, il pacchetto di primavera del Semestre europeo, che contiene anche i Country reports e le raccomandazioni specifiche per paese, indica la linea della prudenza sul fronte della politica di bilancio, ma ammette che la crescita potrebbe essere più debole del previsto e il sostegno all'economia non può essere interrotto troppo repentinamente.

I 27 dovranno quindi trovare un equilibrio tra il sostegno agli investimenti, in particolare per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili, e il contenimento della spesa pubblica nazionale, e dovranno adottare misure temporanee e mirate per mitigare l'impatto della crisi energetica su famiglie e imprese e per fornire assistenza umanitaria alle persone in fuga dall'Ucraina. 

Alla luce della forte incertezza, Bruxelles ritiene inoltre giustificata l'estensione della clausola di salvaguardia generale fino al 2023 e la sua disattivazione dal 2024. "Mentre affrontiamo il nuovo periodo di turbolenza causato dall'invasione russa dell'Ucraina, i governi devono anche disporre della flessibilità per adattare le loro politiche a sviluppi imprevedibili. L'estensione della clausola di salvaguardia generale al 2023 riconosce l'elevata incertezza e i forti rischi al ribasso in una situazione in cui lo stato dell'economia europea non si è normalizzato", ha spiegato il commissario per l'Economia, Paolo Gentiloni.

Nuovi orientamenti su possibili modifiche al quadro di governance economica saranno presentati dalla Commissione dopo la pausa estiva e in tempo utile per il 2023.

Per approfondire: Inflazione e rincari rischiano di cambiare il Recovery Plan