WP Circular Bio-based Europe 2023: guida alla nuova call per progetti di ricerca e innovazione

|Approfondimenti|28 April 2023

Circular Economy - Photo credit: Foto di AndreasAux da PixabayCon un budget di 215,5 milioni di euro, la call 2023 dell'iniziativa congiunta Circular Bio-based Europe finanzia progetti su 18 topic a sostegno della circolarità e della sostenibilità. Dalle bio-plastiche ai fertilizzanti biologici, ecco i temi del secondo bando CBE JU e i consigli per una proposta di successo, illustrati nell'info day APRE.

Horizon Europe: via alle nuove call per ricerca, sviluppo e innovazione

La pubblicazione il 26 aprile della call 2023 CBE JU, era stata anticipata a gennaio dal work program della Joint Undertaking Circular Bio-based Europe 2023, che si basa sull'Agenda strategica di ricerca e innovazione della CBE JU, sviluppata congiuntamente da entrambi i partner fondatori dell'iniziativa congiunta: da una parte la Commissione europea, che la finanzia – in combinazione con gli investimenti privati - attraverso le risorse di Horizon Europe; dall'altra il Bio-based Industries Consortium, che riunisce industria, accademia, regioni e cittadini.

Già il work programme aveva preannunciato il budget della call 2023, finanziata con 215,5 milioni di euro, e i topic, che coprono una vasta gamma di settori, dai materiali bio-based per gli imballaggi allo sviluppo di tensioattivi biologici, passando per progetti che valorizzano la biomassa acquatica.

Call CBE JU: quali opportunità per la bioeconomia in Italia?

A illustrare la strategicità dell'iniziativa congiunta Circular Bio-based Europe, in occasione dell'info day APRE, è stato il professor Fabio Fava dell'Università Alma Mater Studiorum di Bologna, rappresentante italiano e vice chair presso il CBE States’ Representatives Group.

Il settore della bioeconomia incide per l'11,5% sul fatturato nazionale e, nonostante il periodo difficile, è cresciuto rispetto al 2018 in maniera importante: "siamo terzi per fatturato e occupazione dopo Germania e Francia, ma spesso secondi nelle partite più competitive in termini di ricerca e innovazione", ha spiegato Fava. Gli ambiti su cui si lavora sono principalmente quelli delle bioraffinerie e della valorizzazione della acque reflue, che si collocano nella cornice più ampia dell'insieme dei settori che generano sottoprodotti e materiali potenzialmente interessanti per la bioeconomia, dalla filiera forestale a quella agroalimentare, dalla pesca e l'acquacoltura all'agricoltura che produce biomasse non alimentari.

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