Il Piano nazionale di ripresa e resilienza punta sull’economia circolare facendo leva solo sulla componente “rifiuti”, tagliando fuori design e ricerca di nuovi materiali. Non sembrano trovare spazio per ora le proposte avanzate dal Parlamento a marzo per l’introduzione di incentivi e contributi ad hoc per l’economia circolare.
Nel passaggio da una versione all'altra del Recovery Plan, l'economia circolare va incontro ad un taglio dei fondi: dai 4 miliardi e mezzo delle schede tecniche redatte dal Governo Conte, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza inviato a Bruxelles dal Governo Draghi si passa infatti a 2,1 miliardi.
Risorse orientate esclusivamente sulla componente dei rifiuti, che pur essendo parte integrante del modello circolare non rappresenta l'unico pezzo del puzzle.
I 2,1 miliardi sono destinati infatti a nuovi impianti di gestione dei rifiuti, all’ammodernamento di quelli esistenti e a progetti volti a potenziare la rete di raccolta differenziata e degli impianti di trattamento/riciclo.
Restano fuori alcune delle indicazioni che erano arrivate a marzo da Camera e Senato.