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UE: finanziamenti per la salute degli animali

|Novità
15 gennaio 2015

Photo credit: Mello Brambilla / Foter / CC BY-NCLa Commissione europea impegna circa 180 milioni di euro per il 2015 per la lotta contro le malattie animali, nell'ambito del quadro finanziario comune per la filiera alimentare 2014-2020.

Sostenere programmi veterinari volti ad eliminare le malattie animali, rafforzando ulteriormente la tutela della salute umana e animale. Con questi obiettivi Bruxelles impegna 180 milioni di euro per il 2015 a favore di progetti che serviranno a portare avanti attività di assistenza alle autorità nazionali in materia di salute animale e a mettere in atto misure precauzionali, come la sorveglianza delle malattie e dei programmi di eradicazione, a livello sia nazionale che europeo.

Nel complesso, sono 139 i progetti selezionati, e riguardano principalmente la lotta alle seguenti malattie:

  • Tubercolosi bovina: circa 62 milioni di euro,
  • Transmissible Spongiform Encephalopathies: circa18 milioni di euro,
  • Rabbia: 25 milioni di euro,
  • Salmonellosi: circa 19 milioni di euro,
  • Blue Tongue: 18,5 milioni di euro,
  • Brucellosi bovina: circa 10 milioni di euro,
  • Peste suina africana: 5,7 milioni di euro,
  • Febbre suina classica: 2 milioni di euro,
  • Influenza aviaria: 2,2 milioni di euro.

L'Unione europea cofinanzia il 50% dei costi dei programmi approvati, con la possibilità di elevare tale percentuale (dal 75% al 100%) in base alle caratteristiche delle malattie o alla situazione dello Stato europeo interessato.

Quadro finanziario comune per la filiera alimentare 2014-2020

Le risorse si inseriscono nell'ambito del quadro finanziario comune per la gestione delle spese relative alla filiera alimentare, alla salute e al benessere degli animali, alla sanità delle piante e al materiale riproduttivo vegetale. Per il periodo 2014-2020 le risorse a disposizione ammontano a circa 1,9 miliardi di euro.

Lo strumento integrerà gli sforzi degli Stati membri in materia attraverso:

  • un approccio basato sul rischio in materia di salute degli animali,
  • controlli più efficaci lungo tutta la catena agro-alimentare,
  • una migliore prevenzione delle malattie,
  • la riduzione degli oneri amministrativi e delle perdite economiche dovute a focolai di malattie,
  • la definizione dei ruoli e delle responsabilità degli operatori del settore alimentare, sanitari e veterinari.

Photo credit: Mello Brambilla / Foter / CC BY-NC

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