Chat with us, powered by LiveChatAssemblea Unindustria: criticita' e obiettivi per lo sviluppo imprenditoriale del Lazio - FASI
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Assemblea Unindustria: criticita' e obiettivi per lo sviluppo imprenditoriale del Lazio

|Novità
15 marzo 2011

Emma Marcegaglia - Aurelio ReginaCirca duemila e cinquecento imprenditori riuniti al teatro del Parco a tema di Valmontone "Rainbow MagicLand" per la prima assemblea pubblica di Unindustria, l'Unione degli Industriali di Roma, Frosinone, Rieti e Viterbo, nata all'inizio di quest'anno con l'obiettivo di ottenere una maggiore rappresentatività delle associazioni territoriali regionali nei confronti delle istituzioni.

Ad aprire i lavori dell'Assemblea il presidente di Unindustria Aurelio Regina, che ha fornito un quadro delle infrastrutture necessarie per lo sviluppo del territorio regionale e per la sua competitività nel contesto europeo: "Lo sviluppo dell'hub di Fiumicino, con il raddoppio di Leonardo da Vinci e l'intermodalità con il collegamento all'alta velocità, che avrà il suo snodo centrale nella nuova Stazione Tiburtina; la Rosignano-Civitavecchia, la Orte-Civitavecchia, l'adeguamento della Salaria e il completamento della viabilità regionale verso sud con la Roma-Latina e i suoi collegamenti diretti alle altre tratte autostradali. E ancora il  ompletamento dell'anello ferroviario con la realizzazione della cintura nord; l'ampliamento delle linee metropolitane; il potenziamento del network dei porti; gli interventi per la mobilità con una maggiore integrazione ferro-gomma, anche in chiave di sostenibilità ambientale".

Altro fattore strategico per la crescita dell'economia nazionale, e in particolare laziale, è il mondo della cultura e a questo proposito il presidente Regina ha espresso preoccupazione rispetto alle conseguenze del congelamento delle risorse del Fondo unico per lo spettacolo "che compromette l'attività di istituzioni storiche quali, solo a Roma, l'Accademia di Santa Cecilia, il Teatro dell'Opera, Cinecittà Luce e che deprime l'industria dell'audiovisivo e dello spettacolo".

Ad un messaggio è invece affidato il saluto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che alle imprese affida il compito di "un rinnovato impegno all'innovazione e all'investimento nel futuro" e alle imprese di Roma e del Lazio chiede di assumere il ruolo di "cerniera" tra il Sud e il Nord nella difficile fase di ripresa dell'economia italiana attraverso il "rilancio di settori chiave del suo territorio, come la cultura e il turismo, i grandi eventi sociali e sportivi, ivi compresa la candidatura olimpica per il 2020, le energie pulite, le infrastrutture materiali e immateriali, con particolare riguardo a quelle ad elevato contenuto tecnologico".

Invita invece a non cedere alla paura il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, a causa delle conseguenze del sisma e dello tsunami in Giappone e degli sconvolgimenti in corso nell'area del Maghreb, mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha sottolineato l’importanza del Patto per la stabilità e la competitività dell'eurozona, la cui formalizzazione è prevista per il prossimo 24-25 marzo, per delineare obiettivi e sfide del sistema nazionale.

E al quadro più ampio dell'Unione europea guarda anche la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che sottolinea la necessità di "un programma chiaro, su pochi punti, con i tempi entro cui realizzarli”, in linea con gli obiettivi concordati a livello europeo, che consenta, oltre alla stabilità dei conti pubblici, una crescita pari ad almeno il 2%.

Tra le priorità indicate da Marcegaglia la riduzione delle tasse che gravano sui lavoratori e del costo lavoro per le imprese, andando a recuperare sull'Iva e sulle rendite finanziarie, indicazioni che Confindustria consegnerà a breve al governo, e l'accordo sul decreto rinnovabili, che dovrebbe essere discusso con il ministro Romani venerdì 18 marzo.

E al sottosegretario Letta, che segnalava una carenza di spirito imprenditoriale e la necessità di maggiori sforzi da parte delle imprese, Marcegaglia ha replicato "Nell'insieme gli imprenditori italiani non hanno perso la voglia di fare. Le imprese, con il 70% di esportazioni, contribuiscono alla crescita del Paese e nonostante la crisi devastante hanno mantenuto le quote di mercato. Noi ci siamo, certamente dobbiamo migliorarci. Certo, con altrettanta franchezza dico che le imprese, soprattutto le pmi, si sentono sole nella grande competizione internazionale".

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