Chat with us, powered by LiveChatSpinta alla riforma degli ammortizzatori sociali dal Recovery Plan - FASI
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Spinta alla riforma degli ammortizzatori sociali dal Recovery Plan

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29 marzo 2021

Lavoro - Photo credit: Foto di Malachi Witt da Pixabay In video conferenza con il commissario al Lavoro Nicolas Schmit, il ministro Orlando ha proposto di utilizzare le risorse di Next Generation EU come una molla per il progetto di riforma degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive del lavoro, che dovrebbe diventare operativo in autunno, in vista della fine della Cig Covid e del blocco dei licenziamenti.

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Il percorso di revisione del sistema di protezione sociale dei lavoratori allo studio del Ministero permetterebbe di passare progressivamente dalle misure emergenziali adottate a causa della pandemia a riforme strutturali che facilitino le transizionali occupazionali, l'aggiornamento delle competenze e l'incontro tra domanda e offerta di lavoro, proprio come suggerito dalla Commissione. “La riforma - ha detto Orlando - sarebbe più agevole se si potesse inquadrare nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) finanziato dai fondi di Next Generation EU”.

Cosa prevede il progetto di riforma degli ammortizzatori sociali

Il punto di partenza del ministro Orlando è lo stesso da cui muoveva l'ex ministra Catalfo: la crisi ha reso evidente l'eccessiva frammentarietà degli ammortizzatori sociali e l'esclusione di alcune categorie di lavoratori da qualsiasi forma di protezione sociale, cui occorre rispondere con una riforma del sistema in senso universalistico.

Il precedente governo ha affrontato il primo anno di pandemia estendendo l'accesso alla cassa integrazione e istituendo una pletora di indennità specifiche per coprire i lavoratori esclusi dalla CIG. Misure emergenziali che, insieme al blocco dei licenziamenti, hanno contenuto l'impatto della crisi sull'occupazione, ma che ora devono essere ripensate con una visione di più lungo termine.

Gli elementi della riforma, ha anticipato Orlando illustrando le linee guida del suo dicastero in Senato, riguardando quindi anzitutto l'allargamento del perimetro e della platea di destinatari dei trattamenti di integrazione salariale, con particolare attenzione ai nuovi lavori connessi alle piattaforme digitali, agli autonomi e ai professionisti.

A questo progetto dovrebbe accompagnarsi la costruzione di un nuovo modello di gestione, con uno sforzo di semplificazione, ad esempio sulla fronte della trasmissione dei dati alla Pubblica amministrazione, contribuendo anche a ridurre i tempi di erogazione dei sostegni al reddito. Progetto in parte anticipato dalle novità in materia di cassa integrazione nel quadro del decreto Sostegni.

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A lavoro anche su politiche attive, reddito di cittadinanza e riforma Terzo settore

In parallelo al tavolo con le parti sociali, ha spiegato Orlando, il Ministero porterà avanti il confronto con le regioni sulle politiche attive del lavoro, alla luce dei cambiamenti accelerati dalla pandemia, che ha aumentato il disallineamento delle competenze tra offerta e domanda di lavoro.

Secondo il ministro, occorre innovare gli strumenti e migliorare gli interventi rafforzando la dimensione territoriale, tenendo conto che le politiche attive, comprese quelle per la formazione professionale e la riqualificazione dei lavoratori, sono particolarmente urgenti per alcune aree del paese e alcuni settori. Priorità quindi al Mezzogiorno, dove la pandemia ha aggravato un quadro di bassa occupazione che la decontribuzione Sud non basta ad affrontare senza nuovi interventi per favorire gli investimenti e la creazione di posti di lavoro.

Particolare attenzione, poi, ai settori più colpiti dalle restrizioni, quelli culturali e ricreativi, il turismo, la ristorazione, il commercio al dettaglio non alimentare, e alle categorie più penalizzate, i giovani e soprattutto le donne, dal momento che la crisi sta sostanzialmente annullando i progressi sul fronte della parità di genere in un contesto nazionale che già si posizionava 10 punti indietro rispetto alla media UE per partecipazione femminile al mercato del lavoro.

Servirà poi una valutazione su Reddito di cittadinanza e Reddito di emergenza, che sono stati decisivi per contenere l'impatto della pandemia a fronte del rapido impoverimento di tanti soggetti e nuclei familiari e un nuovo piano nazionale per il rafforzamento delle infrastrutture sociali.

Infine, in cantiere c'è il completamento della riforma del Terzo settore, con l'adozione degli ultimi decreti attuativi.

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Il ruolo di Next Generation EU e del Recovery Plan

La pandemia ha accelerato drammaticamente un percorso già in atto, rendendo più urgente affrontare le sfide collegate alle transizioni ecologica e digitale, che sono destinate a cambiare il lavoro nel medio e nel lungo termine e richiedono un cambiamento anche alle politiche pubbliche, ai lavoratori e ai datori di lavoro.

L'esigenza di superare le misure emergenziali adottate in risposta all'emergenza sanitaria - dalla cassa integrazione Covid al blocco dei licenziamenti - si salda quindi con le problamatiche collegate a transizioni globali che non possono essere governate solo nella dimensione nazionale. Da qui la proposta di inquadrare il percorso di riforma degli ammortizzatori sociali dentro Next Generation EU.

In questa direzione si era già mossa l'ex ministra Catalfo, scontrandosi con l'obiezione che i fondi europei possono essere utilizzati per solo finanziare interventi di riforma e investimenti e non possono sostituirsi alla spesa ordinaria per coprire i costi collegati all'introduzione di nuovi ammortizzatori sociali.

Il neo ministro, però, sembra volersi muovere in un'altra direzione, sfruttando il Recovery per progettare le riforme a sostegno dell'occupazione, in particolare sul fronte delle politiche attive del lavoro e ipotizzando un percorso di aiuto europeo alla definizione di "uno strumento universale a tutela dei lavoratori che non hanno mai beneficiato di interventi di sostegno come gli autonomi, i professionisti, la piccola impresa, settori dove per lo più sono presenti lavoratori giovani".

Il Recovery, ha proposto Orlando in video conferenza con il commissario UE al Lavoro Schmit, dovrebbe quindi funzionare come una molla per iniziare la riforma del sistema di ricollocamento e delle politiche attive del lavoro, per agganciarci alle migliori pratiche UE e per coordinare le politiche che in via ordinaria proseguiranno dopo l'utilizzo del Next Generation EU.

Sul tema Orlando e Schmit si sono dati appuntamento ad un prossimo incontro di approfondimento, ha anticipato il ministro, assicurando che tra Roma e Bruxelles c'è convergenza sul fatto "che il processo di riforme che si sta avviando in Italia per costruire un paese più forte, moderno e giusto sarà più efficace se inquadrato in una strategia comune".

Photo credit: Foto di Malachi Witt da Pixabay 

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