Chat with us, powered by LiveChatEmilia-Romagna: 30 milioni per asili nido e affitti - FASI
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Emilia-Romagna: 30 milioni per asili nido e affitti

|Novità
18 luglio 2019

Asilo nido - Foto di tolmacho da Pixabay Dall’abbattimento delle rette di iscrizione ai nidi ai contributi per l’affitto: così la Regione Emilia-Romagna intende sostenere le famiglie in difficoltà. Sul piatto ci sono 30 milioni di euro, di cui quasi 20 a disposizione entro fine anno. 

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Si tratta di risorse originariamente destinate al reddito di solidarietà - poi sostituito dalla misura nazionale del reddito di cittadinanza - che ora la Giunta regionale ha deciso di reimpiegare per questi nuovi servizi. 

Le due misure saranno incluse nella manovra di assestamento di bilancio regionale 2019, che approderà la prossima settimana in assemblea legislativa per l’approvazione definitiva. 

Abbattimento delle rete degli asili

In base alle stime fornite dalla Regione, la riduzione delle rette comporterà un risparmio medio di circa 1.000 euro l’anno per ogni bambino iscritto, cifra che cresce nel caso di un bambino con disabilità o residente in un Comune montano.

Le risorse per i nidi (18 milioni di euro) vengono assegnate a tutti i 220 Comuni dell’Emilia-Romagna sede di servizi educativi per la prima infanzia, che avranno il vincolo di utilizzarle esclusivamente per abbattere o azzerare le rette di frequenza al nido e ai servizi integrativi, sia pubblici che privati convenzionati. 

Potranno usufruire delle risorse soltanto i Comuni che entro il 15 settembre 2019 faranno richiesta di finanziamento alla Regione, accompagnata da un impegno formale di utilizzo delle risorse esclusivamente per l’abbattimento delle rette di frequenza.

Si tratta di una realtà che in Emilia-Romagna interessa una platea di oltre 28.400 bambini tra zero e 3 anni. La riduzione delle rette interesserà i nuclei familiari con un Isee massimo di 26mila euro.

Decidere come articolare concretamente l’abbattimento o addirittura l’azzeramento delle rette spetterà ai Comuni, posto che la politica tariffaria risulta oggi molto diversificata nel territorio. Considerando che attualmente il costo delle rette mensili può variare da 100 a 500 euro per un nido a tempo pieno, l’impatto atteso porterà all’abbattimento di almeno un terzo per le rette medie o fino all’azzeramento per quelle più basse.

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Contributi per pagare l’affitto

Circa 12,5 milioni saranno invece destinati al sostegno dei cittadini nella spesa di affitto della casa, un’altra voce di peso nel bilancio familiare: secondo la più recente rilevazione Istat (2018) questo costo rappresenta circa un quinto del budget mensile complessivo di una famiglia ma, non di rado, può superare la soglia critica pari ad un terzo del reddito disponibile. 

Ed è proprio a questa “fascia grigia”, che non si trova tecnicamente in condizione di povertà ma fatica molto a sostenere questa spesa incomprimibile, che la Regione vuole rivolgersi. Anche in questo caso le risorse del ‘fondo affitto’, che la Regione intende rendere strutturale per i prossimi anni, sono destinate a tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna.

A partire dalla possibilità di ridestinare allo scopo le risorse della cosiddetta morosità incolpevole, riservate alle città ad alta tensione abitativa ad oggi non impegnate dai Comuni. Si tratta di risorse tecnicamente già presenti nei bilanci comunali ma che, per gli eccessivi vincoli posti dalla norma statale, non riescono poi materialmente ad essere erogate alle famiglie bisognose. Una nuova norma consente ora alle Regioni di sbloccare queste risorse e di destinarle al fondo per l’affitto. 

Conclusa la ricognizione tuttora in corso, la Giunta confida di poter riassegnare una somma di circa 7,5 milioni di euro agli stessi Comuni affinché possa essere effettivamente utilizzata nei confronti delle famiglie in affitto. A questi, già con l’assestamento di bilancio, la Regione aggiungerà ulteriori 5 milioni euro da poter utilizzare da qui a fine anno per incrementare il fondo stesso, al fine di estendere l’insieme dei possibili beneficiari del contributo anche alle famiglie che risiedono nei Comuni non classificati ad alta tensione abitativa. 

Modalità e criteri di assegnazione dei contributi saranno definiti da un’apposita cabina di regia, composta da rappresentanti di Regione e Comuni, che si insedierà a breve.

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