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Emilia-Romagna – al via il reddito di solidarieta'

|Novità
15 dicembre 2016

Con la legge regionale per il contrasto alla povertà l'Emilia-Romagna introduce il reddito di solidarietà.

Reddito solidarietà - Photo credit: flightlog via Foter.com / CC BY

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Fino a un massimo di 400 euro al mese per un anno, un sostegno concreto per superare le difficoltà economiche personali e del proprio nucleo familiare, un aiuto a chi prova a uscire da una situazione critica attivandosi in percorsi di impegno sociale, formazione, inserimento lavorativo. E’ il reddito di solidarietà (Res), introdotto in Emilia-Romagna dopo l’approvazione della legge regionale “Misure di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito”.

Uno strumento che potrebbe interessare 80mila persone, corrispondenti a circa 35mila nuclei familiari residenti in Emilia-Romagna in condizione di grave povertà. Famiglie composte soprattutto da giovani coppie con tre o più figli a carico, single, anziani con bassissimo reddito e che nel complesso rappresentano quasi il 2% dei nuclei residenti in Regione (dati: Università di Modena e Reggio Emilia, ottobre 2016).

Al reddito di solidarietà sono stati destinati 35 milioni di euro stanziati dalla giunta regionale, che si aggiungo ai 37 milioni che lo Stato ha erogato all’Emilia-Romagna per il sostegno all'inclusione attiva (Sia), misura attiva di contrasto alla povertà che la legge di Stabilità 2016 ha esteso a tutto il territorio nazionale e che il Res affiancherà e integrerà.

Il Reddito di solidarietà regionale amplia però la platea dei potenziali fruitori: nel Sia, infatti, si richiede la presenza all'interno del nucleo familiare di un minore, o di un figlio disabile, o di una donna in stato di gravidanza, condizioni non richieste dal Res, destinato a qualsiasi tipo di nucleo familiare, anche composto da una sola persona, per rispetto del principio universalistico. 

L'accesso al Res dovrà essere accompagnato da un progetto di attivazione sociale e inserimento lavorativo, concordato e sottoscritto dai componenti maggiorenni del nucleo familiare, dal referente del servizio sociale territoriale del Comune competente e, in caso di proposte per l'inserimento lavorativo, dal centro per l'impiego. La misura dà quindi luogo a un vero e proprio patto tra erogatori e beneficiari: a fronte della corresponsione del contributo economico, ci deve essere uno specifico impegno del nucleo familiare a perseguire progetti di inclusione sociale e lavorativa

Possono accedere al Reddito di solidarietà i nuclei familiari, anche unipersonali, di cui almeno un componente sia residente in Emilia-Romagna da almeno 24 mesi, con Isee corrente inferiore o uguale a 3mila euro. Nel caso in cui componenti il nucleo familiare percepiscano altri trattamenti economici di natura previdenziale, indennitaria e assistenziale (pensione, accompagnamento, ecc.), il valore complessivo per il nucleo familiare dei medesimi trattamenti nel mese antecedente la richiesta deve essere inferiore a 600 euro mensili. L'accesso al Reddito di solidarietà è incompatibile con la fruizione da parte di ciascun membro del nucleo familiare della Naspi (nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego) o dell'assegno di disoccupazione (Asdi), o di altro ammortizzatore sociale con riferimento agli strumenti di sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria.

Photo credit: flightlog via Foter.com / CC BY

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