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Piano Juncker: Ecofin approva documento preliminare

|Novità
11 dicembre 2014

Author: EPP Group in the European Parliament (Official) / photo on flickr Il Piano Juncker è stato presentato al Consiglio dei ministri europei dell’Economia e delle Finanze (Ecofin). Il progetto ha il sostegno dei rappresentanti degli Stati membri, che però sollevano dubbi sulla sua governance.

Il documento preliminare

Durante l'Ecofin il vicepresidente della Commissione europea Jyrki Katainen ha spiegato più nel dettaglio che cosa prevede il Piano annunciato a novembre da Juncker e come saranno gestite le risorse del Fondo Europeo per gli Investimenti Strutturali (FEIS).

L’obiettivo è di limitare l’utilizzo dei fondi strutturali europei e di attirare invece capitali privati grazie all’uso di strumenti finanziari come prestiti e garanzie. Secondo Katainen, l’effetto leva permetterebbe di “mobilitare 20 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi nell’economia reale nel periodo 2015-2017”. Questa cifra andrebbe ad aggiungersi ai 21 miliardi già previsti per il FEIS, che nelle previsioni del Piano Juncker dovrebbe mobilitare 315 miliardi di euro in investimenti per il rilancio della crescita in Europa.

Le criticità

Il punto più discusso tra Katainen e i ministri europei è stato quello della governance del FEIS. Il Fondo sarà gestito sue due livelli: il primo sarà formato dagli azionisti (la Commissione europea, la Banca europea degli investimenti e più avanti gli Stati membri che vorranno contribuire); il secondo da esperti indipendenti. A questi esperti sarà dato il compito di valutare quali progetti finanziare attraverso il FEIS. Alcuni Governi, tuttavia, hanno espresso il desiderio di poter influenzare questa selezione.

I Paesi meno ricchi dell’Unione hanno però manifestato dubbi sul peso dei singoli Stati nel processo decisionale. Se ci sarà una correlazione forte tra il contributo finanziario al Fondo e l'influenza sulle decisioni di investimento, infatti, questi Paesi potrebbero trovarsi fortemente svantaggiati. L’auspicio è che i progetti vengano selezionati in base al loro valore oggettivo, non in base allo Stato membro che lo propone.

Un altro punto discusso riguarda il fatto che il Piano Juncker prevede la neutralità dei contributi degli Stati al capitale del Fondo ai fini del calcolo del deficit. Ciò non toglie che, anche a fronte di un contributo nazionale al FEIS, il singolo Paese dovrà rispettare gli obiettivi di bilancio europei e non sforare il tetto del 3% di deficit. Alcune delegazioni, tra cui quella italiana, guidata dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, hanno richiesto invece che il contributo venga scorporato direttamente dal calcolo.

Verso il Consiglio europeo

Durante il discorso d’apertura dell’Ecofin, il vicepresidente Katainen ha sottolineato come il Piano “non sia un pacchetto di stimoli una tantum, ma un piano strutturale - o una riforma strutturale - a livello europeo.” Secondo Katainen, infatti, un punto cruciale del progetto è quello di abbattere le barriere di mercato tra gli Stati europei per raggiungere un vero mercato unico: "Ora dobbiamo creare un mercato unico migliore in modo da stimolare la crescita economica" e "permettere alle piccole e medie imprese di creare nuovo lavoro e prodotti".

Il Piano deve ora essere sottoposto al Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre. In questa sede si avvierà il lavoro sui testi legislativi per il Fondo, che dovrebbe essere operativo da giugno.

Photo credit: EPP Group in the European Parliament (Official) / Foter / CC BY-NC-ND

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