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PNRR: in attesa della quinta rata, arriva il prefinanziamento REPowerEU

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25 January 2024

Pnrr - Photocredit: European Union, 2020. Source: EC - Audiovisual ServiceLa Commissione europea annuncia di aver versato all'Italia la quota di prefinanziamento a titolo di REPowerEU. 551,2 milioni di euro per avviare l'attuazione del capitolo energetico del PNRR, diventata la settima mission del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Il capitolo RepowerEU nel PNRR italiano, cosa prevede 

A che punto siamo con le rate PNRR e con i pagamenti a titolo di REPowerEU? Facciamo il punto partendo da come si incassano i fondi PNRR.

Come funzionano i pagamenti PNRR?

Nel mese di agosto 2021 la Commissione europea ha erogato il prefinanziamento iniziale da 24,9 miliardi, cioè il 13% delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. 

Gli esborsi successivi a titolo del Recovery and Resilience Facility dipendono dal rispetto di una serie di target quantitativi e qualitativi.

Obiettivi validati da Bruxelles a fine 2021 attraverso la firma degli Operational Arrangements relativi al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dell’Italia.

Gli Operational Arrangements sono atti formali con i quali sono stabiliti i meccanismi di verifica periodica relativi al conseguimento di milestone e target necessari per il riconoscimento delle rate di rimborso semestrali delle risorse PNRR in favore dell’Italia.

I contenuti degli OA sono stati condivisi a livello tecnico con le strutture PNRR dei singoli Ministeri interessati e sono stati oggetto di negoziato con la Commissione europea.

Formalmente la Commissione europea ha a disposizione due mesi di tempo per adottare il Preliminary Assessment, cioè la valutazione preliminare che deve essere poi trasmessa al Comitato economico e finanziario. Quest'ultimo, a sua volta, deve adottare la sua opinione entro un mese. A quel punto sarà convocata una riunione del comitato di esperti per approvare la decisione definitiva che sbloccherà il primo pagamento.

Rate PNRR, una cronistoria

Prima rata

Il primo passaggio necessario per presentare la domanda di pagamento alla Commissione europea, chiedendo così di accedere alla prima rata di fondi europei, è stato effettutato dall'Italia il 30 dicembre 2021.

Dopo l'erogazione di agosto 2021 di 24,9 miliardi a titolo di prefinanziamento, la prima rata ha un valore complessivo di 24,1 miliardi di euro, con una parte di contributi a fondo perduto pari a 11,5 miliardi e una di prestiti pari a 12,6 miliardi. Ma da questa cifra va detratta, in proporzione, la quota di prefinanziamento (13%) già ricevuta dall’Italia, per una erogazione netta pari a 21 miliardi di euro.

Il 30 dicembre 2021 l'Italia ha presentato alla Commissione europea una richiesta di esborso di 21 miliardi nell'ambito del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF). Richiesta approvata dall'Esecutivo UE il 28 febbraio 2022.

Ad aprile è arrivato il pagamento della prima rata da 21 miliardi (escluso il prefinanziamento), di cui 10 miliardi sotto forma di sovvenzioni e 11 miliardi sotto forma di prestiti.

All'Italia 150 milioni in più di sovvenzioni

Il 30 giugno la Commissione ha ufficiliazzato la notizia del ricalcolo dei fondi NGEU sulla base della crescita del Pil degli ultimi due anni. Inizialmente si attendeva per l'Italia un guadagno di 283 milioni, le sovvenzioni del Next Generation EU corrisposte dall'Unione europea all’Italia salgono invece di circa 150 milioni di euro, passando da 68,9 a 69,041 miliardi.

L'incremento è determinato dal fatto che la crescita italiana è stata, seppur in maniera molto leggera, inferiore alle attese. In caso contrario le sovvenzioni avrebbero subito un taglio. 

Seconda rata

Con il conseguimento dei 45 traguardi e obiettivi fissati per fine giugno 2022 si è sbloccato un altro tassello fondamentale, quello relativo alla seconda rata di fondi PNRR. Il 29 giugno, infatti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha inviato alla Commissione europea la richiesta relativa al pagamento della seconda rata dei fondi.

Si tratta complessivamente di 24,1 miliardi di euro, di cui 11,5 miliardi di contributi a fondo perduto e 12,6 miliardi di prestiti. Ma l'importo effettivo che arriverà nelle casse italiane è minore ed è pari a 21 miliardi di euro, di cui 10 miliardi in forma di grants e 11 miliardi sotto forma di prestiti.

La differenza tra l'importo teorico e quello effettivo è dovuta alla quota che la Commissione trattiene su ogni rata di rimborso, che corrisponde al 13% del prefinanziamento ricevuto ad agosto del 2021.

Come già avvenuto per la prima rata, anche nel caso della seconda tranche l'erogazione delle risorse da parte della Commissione europea segue l’iter di valutazione previsto dai regolamenti UE. Iter concluso con il via libera dell'Esecutivo UE alla richiesta di pagamento italiana della seconda rata di fondi PNRR da 21 miliardi arrivato prima di fine settembre, quindi prima della scadenza del Governo Draghi.

Il via libera definitivo al pagamento della seconda rata è arrivato da parte della Commissione europea l'8 novembre. Pagamento che  segue il prefinanziamento di oltre 24 miliardi avvenuto nel mese di agosto 2021 e il versamento della prima rata di 21 miliardi lo scorso aprile.

I ritardi sulla terza rata

Il raggiungimento deli obiettivi fissati per dicembre 2022, 55 in tutto, ha azionato la macchina per richiedere la terza rata di fondi PNRR. Richiesta inviata dal Governo guidato da Giorgia Meloni il 30 dicembre.

La terza rata vale 21,8 miliardi euro (comprensiva della quota di anticipazione del 13% ricevuta ad agosto 2021 pari a 2,8 miliardi) ma l’importo dovuto, quindi che sarà erogato all'Italia, è di circa 19 miliardi di euro. 

I lavori per lo sblocco di questi fondi hanno richiesto decisamente più tempo del dovuto e l'esame della Commissione europea sui progetti legati a questa rata si è protratto per mesi.

Già a febbraio Bruxelles aveva fatto sapere di voler prendere un mese di tempo in più per dare il via libera alla terza tranche di fondi PNRR chiesta dall'Italia alla fine dello scorso anno. E il 27 marzo una nota di Palazzo Chigi ha ufficializzato la notizia del rinvio dell'esito, dalla scadenza iniziale del 31 marzo alla fine di aprile

La proroga dei tempi per l'esame della documentazione presentata da Roma è stata spiegata con motivi tecnici, ovvero la necessità di verificare la correttezza delle operazioni anche in prospettiva del successivo esame del dossier da parte della Corte dei Conti europea.

Nel mirino della Commissione europea sono finite tre misure:

  • le concessioni portuali, per le quali la Commissione ha ritenuto necessario un ulteriore approfondimento, proponendo di limitarne la durata massima, così come stabilito dal decreto inviato al Consiglio di Stato il 14 ottobre 2022;
  • le reti di teleriscaldamento, finanziate con 200 milioni dal PNRR, di cui Bruxelles ha messo in dubbio l'ammissibilità con riferimento ad alcuni interventi selezionati attraverso l'avviso del 30 giugno 2022;
  • i Piani Urbani Integrati, approvati il 22 aprile 2022: in questo caso la Commissione ha contestato l'ammissibilità degli interventi relativi al "Bosco dello Sport" di Venezia e allo "Stadio Artemio Franchi" di Firenze.

Dopo mesi di annunci da parte di Roma e Bruxelles circa lo sblocco dell'impasse intorno alla terza rata, la notizia di un effettivo superamento del problema che bloccava l'erogazione dei fondi è arrivata il 20 luglio. L'oggetto del contendere, prima concentrato sulle misure indicate sopra, si è poi spostato sugli alloggi universitari. L’Italia, secondo la Commissione europea, non era riuscita a centrare l’obiettivo quantitativo di aggiungere 7.500 posti letto entro la fine del 2022. Il Governo si è sempre detto convinto del contrario e sul tema si sono arenati per mesi i tecnici di Roma e Bruxelles. 

Il superamento dell'impasse sulla terza rata

Un compromesso è stato raggiunto ufficialmente il 20 luglio, come indicato da una nota di Palazzo Chigi: saltato l’obiettivo quantitativo di creare 7.500 posti letto entro fine 2022, sostituito da un obiettivo qualitativo (l'aver avviato le procedure necessarie, come la pubblicazione delle gare o la concessione delle autorizzazioni), affinché si creino complessivamente 60 mila posti letto universitari in più in Italia entro la fine del 2026. Qualcosa di molto simile, quindi, a quanto fatto nel caso degli asili nido, come spiegato in questo articolo.

L'impasse è stato poi superato anche in fatto di tempi: anziché legare l'obiettivo dei posti letto alla terza rata, quindi a dicembre 2022, è stato traslato nella quarta rata, prendendo così più tempo. 

La nota diramata da Palazzo Chigi ha spiegato che questa modifica non impatterà sull'incasso dei fondi PNRR previsti per il 2023: in accordo con la Commissione, le modifiche proposte non avranno alcun impatto sull'importo complessivo dei pagamenti che l'Italia riceverà nel 2023 con la terza e la quarta rata (per un importo totale di 35 miliardi di euro). La terza rata riguarda 54 obiettivi per 18,5 miliardi di euro, mentre la quarta 28 obiettivi per 16,5 miliardi. Il totale di 35 miliardi di euro previsto dal PNRR nel 2023 sarà incassato per intero.

Il 28 luglio la Commissione europea ha confermato quanto dichiarato 8 giorni prima da Palazzo Chigi, approvando una valutazione preliminare positiva dei 54 traguardi e obiettivi collegati alla terza richiesta di pagamento dell'Italia.

L'11 settembre il Comitato economico e finanziario, l'organismo consultivo del Consiglio composto dai rappresentanti dei i 27 ministeri delle Finanze, ha dato il via libera al pagamento della terza rata da 18,5 miliardi.

Il 9 ottobre la Commissione europea ha comunicato il versamento della terza rata PNRR per un ammontare di 18,5 miliardi di euro. Con tale pagamento, l’Italia ha ricevuto 85,4 miliardi di euro, corrispondenti a più del 44% del totale del PNRR.

Il pagamento della quarta rata

Nel corso della Cabina di Regia sul PNRR del 20 luglio, che ha portato a superare l'ostacolo che bloccava la terza rata, il Governo ha ufficializzato la notizia di aver presentato formalmente la proposta di modifica di 10 obiettivi PNRR legati alla quarta rataProposta che il 28 luglio ha ottenuto una valutazione positiva da parte della Commissione europea e che il 19 settembre ha ottenuto anche l'ok del Consiglio.

Alla luce di questi via libera, il 22 settembre l'Italia ha avanzato alla Commissione europea la richiesta di accedere ai fondi della quarta rata, pari a 16,5 miliardi di euro. La quarta richiesta di pagamento dell'Italia, del valore di 16,5 miliardi di euro, riguarda 21 tappe fondamentali e 7 obiettivi che coprono diverse riforme nei settori dell'inclusione sociale, degli appalti pubblici, nonché misure di follow-up per continuare l'attuazione delle norme già adottate in materia di giustizia e diritto pubblico. 

Il 28 novembre è arrivato il via libera della Commissione europea al pagamento della quarta rata, che è stata poi versata il 28 dicembre

Richiesto il pagamento della quinta rata

Il 29 dicembre, il giorno successivo al versamento della quarta rata, il Governo ha annunciato di aver inviato alla Commissione europea la richiesta di pagamento della quinta rata del PNRR del valore complessivo di 10,6 miliardi di euro.

La quinta rata è collegata al raggiungimento di 52 obiettivi, tra cui rientrano gli investimenti per l’efficienza dei sistemi di irrigazione, per la produzione di energia verde e per il rafforzamento del parco autobus a emissioni zero, ma anche l’elettrificazione della linea ferroviaria del Mezzogiorno e l’alta velocità lungo la tratta Salerno-Reggio Calabria, fino agli interventi in materia di transizione digitale, ricerca e università.

Il versamento dell’importo, che si aggiungerà ai circa 102 miliardi di euro delle prime quattro rate, è atteso nei prossimi mesi, al termine del consueto iter di valutazione.

Le modifiche a quinta e sesta rata

Le modifiche al PNRR e l’aggiunta del capitolo REPowerEU, che ha assunto la forma di settima mission del Piano, hanno ridotto in modo importante la portata della quinta rata collegata alle scadenze del 31 dicembre 2023.

Rispetto ai 18 miliardi previsti inizialmente, si è passati a meno di 11 miliardi. Un fenomeno simile dovrebbe interessare la sesta rata, legata agli obiettivi di fine giugno 2024, che dovrebbe scendere da 11 a 10 miliardi. 

Pagamenti REPowerEU, sbloccato il prefinanziamento

Per quanto riguarda il capitolo REPowerEU, approvato l'8 dicembre dal Consiglio insieme alla modifica del PNRR, la dotazione totale ammonta a circa 11,2 miliardi, di cui circa 2,7 miliardi di nuove sovvenzioni e circa 8,4 miliardi di euro reindirizzati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza verso investimenti coerenti con gli obiettivi di REPowerEU. 

Le regole di REPower prevedono che il prefinanziamento, pari al massimo al 20% dei fondi aggiuntivi richiesti da ciascun paese, possa essere erogato in una o due soluzioni, di cui la seconda da versare entro 12 mesi dal pagamento della prima. Nel caso dell'Italia, l'anticipo versato da Bruxelles a Roma ammonta a 551,2 milioni di euro, quindi il 20% dei 2,7 miliardi aggiuntivi.

Insieme a Roma, a ricevere il prefinanziamento REPowerEU il 25 gennaio sono Belgio, Croazia, Cipro, Finlandia, Grecia, Lettonia, Romania e Spagna.

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