L'obiettivo di Basilea 3 è aumentare la capacità delle banche di gestire i rischi - e eventuali shock -, attraverso una riforma della regolamentazione microprudenziale, quindi a livello di singole banche, e di quella relativa ai rischi macroprudenziali, cioè di sistema.

Ma, quanto più si avvicina il momento di mettere in atto il nuovo quadro regolatorio, tanto più crescono i dubbi nel settore. Prima negli Usa, poi anche in Europa. O almeno, preoccupa l'eventualità che le banche europee possano ritrovarsi sole a doversi orientare su parametri più stringenti, progettati per essere adottati su scala globale.

Da qui la lettera della federazione degli istituti di credito europei al commissario Barnier, che Giovanni Sabatini, direttore generale dell'Abi - l'Associazione bancaria italiana - ha presentato durante il seminario annuale di Gubbio.
Per l'amministratore delegato di Banca Mps Fabrizio Viola, si tratta di una "risposta alla posizione americana, nella convinzione che questi nuovi sistemi debbano avere la prerogativa di essere utilizzati da tutti salvo creare delle situazioni di asimmetria competitiva".
Ma c'è anche il tema delle ricadute sull'economia nel suo complesso: per il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari, posticipare di un anno Basilea 3 potrebbe agevolare la ripresa, attesa per la seconda metà del 2013, assicurando maggiore disponibilità di finanziamenti e mutui per imprese e famiglie. Al contrario, il rispetto di regole più severe da parte del sistema bancario potrebbe tradursi in una riduzione del credito.

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Schema internazionale di regolamentazione per le banche (Basilea 3)

Results of the comprehensive quantitative impact study