Chat with us, powered by LiveChatL'UE alle prese con la crisi greca - FASI
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L'UE alle prese con la crisi greca

|Novità
18 maggio 2011

Angela Merkel - Credit © European Union, 2011Lo scorso 16 maggio l'Eurogruppo si è riunito per discutere della nomina del nuovo presidente della Banca Centrale Europea (BCE) e della crisi in Grecia e Portogallo. Mentre la candidatura del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, ha rapidamente risolto la questione della successione a Trichet e attende solo di essere formalizzata in occasione del vertice del 24 giugno e il Portogallo ha ottenuto un piano di aiuti da 78 miliardi di euro, sulla Grecia il dibattito è ancora aperto.

Portata e natura della crisi nei tre Stati, Irlanda, Grecia e Portogallo, che hanno beneficiato degli aiuti dell'Unione europea e del Fondo monetario internazionale sono differenti tra loro, non confrontabili, secondo il primo ministro del Lussemburgo e presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Allo stesso modo si differenziano le possibili soluzioni.

Il vertice di lunedì scorso si è chiuso con un sostanziale accordo sulla gestione della crisi portoghese: il paese riceverà infatti un pacchetto di aiuti da 78 miliardi di euro, da parte dall'UE e del FMI, purché si impegni in un programma di risanamento che comprenda significative privatizzazioni e la riforma del sistema sanitario e del mercato del lavoro.

Sulla Grecia, invece, si hanno maggiori divergenze. La Germania esclude la possibilità di una ristrutturazione del debito per i beneficiari dei prestiti, mentre Juncker, insieme al commissario agli Affari economici, Olli Rehn, sostiene la necessità di una “ristrutturazione soft” per rendere sostenibile il debito greco.

Si tratterebbe di un allungamento delle scadenze, che non intaccherebbe comunque il valore nominale dei titoli, e ammesso solo a condizione che la Grecia vari un piano di riforme e privatizzazioni, da cui si attendono risorse per circa 50 miliardi di euro.

Per ora le parti sono ferme sulle rispettive posizioni, ma indicazioni per la decisione finale si attendono delle valutazioni che Unione europea, Fondo monetario internazionale e Banca Centrale Europea produrranno al termine della verifica dei risultati conseguiti finora dal governo di Papandreou, in corso in questi giorni.

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