Chat with us, powered by LiveChatIndagine ANIE-Confindustria: ritardi nei pagamenti per l’86 per cento delle imprese - FASI
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Indagine ANIE-Confindustria: ritardi nei pagamenti per l’86 per cento delle imprese

|Novità
01 febbraio 2011

EuroCentocinquanta giorni è il tempo di attesa medio per le pmi italiane prima di essere pagate dalla PA. Un lasso di tempo che scende a quarantacinque giorni se ad essere in debito è un ente privato. A lanciare il j’accuse è un’indagine dell’ANIE - su indicazione di Confindustria -  realizzata nel dicembre 2010 e pubblicata in questi giorni.

L’analisi registra in modo preoccupante che la quasi totalità (l’86%) delle imprese elettrotecniche ed elettroniche che operano nei settori strategici dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni, ha riscontrato nel corso del 2010 ritardi extracontrattuali nei pagamenti. E’ importante sottolineare che la ricerca è stata realizzata su un campione di aziende associate ANIE composto per il 79% da pmi, distribuite per il 55% nel Nord Ovest del Paese. Solo il 14% degli intervistati non ha riscontrato forme di dilazione nei pagamenti da parte dei propri clienti. Si ricorda che l’ANIE raggruppa oltre 1.100 aziende associate e circa 170.000 lavoratori, con un fatturato aggregato di 56 miliardi di euro.

II 70% del campione intravede un peggioramento della situazione, mentre il 30% trova che il contesto non sia cambiato rispetto al passato.
Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti nel nostro Paese è accentuato anche dalla gestione degli interessi. Alla quasi totalità delle imprese (l’88%) che hanno preso parte all’indagine, infatti, non è stato riconosciuto il pagamento degli interessi.

Il fenomeno dei ritardi nei pagamenti ovviamente non è soltanto italiano, ma è nel nostro paese che assume contorni imbarazzanti. I ritardi medi sperimentati dalle imprese elettrotecniche ed elettroniche con i clienti privati al di fuori dei confini nazionali si avvicinano ai 30 giorni.

Nell’UE a 27 i più virtuosi sono Germania, Regno Unito e Malta, mentre al contrario la maglia nera va a Spagna, Grecia e Romania.
Secondo le stime della Commissione Europea la piaga dei ritardi ha causato la perdita di 450 mila posti di lavoro l’anno.

Oltre i confini del vecchio continente il contesto dei ritardi nei pagamenti per gli operatori dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica sembra peggiorare. Il 70% delle imprese del campione ha evidenziato nel 2010 fenomeni di dilazione nei pagamenti.

I paesi extraeuropei che saldano i debiti più in fretta sono Stati Uniti, Svizzera e Israele, mentre, al contrario, vengono riscontrate maggiori difficoltà in Algeria, Egitto, Marocco, Siria e Qatar. In alcuni di questi Paesi i ritardi nei pagamenti da parte degli attori pubblici possono arrivare a superare la soglia dei 200 giorni.

Le conseguenze di tutto questo per le imprese sono devastanti. Per limitare i danni nel breve periodo le imprese si sono viste costrette a ritardare a loro volta i pagamenti ai fornitori e a rivolgersi nuovamente alle banche. E’ inoltre stato segnalato un incremento degli oneri, finanziari e non. Un ulteriore elemento di elevata criticità, segnalato dal 30% degli operatori, riguarda la contrazione degli investimenti, elemento fondamentale per lo sviluppo futuro di un‘azienda.
Le cose però sono destinate cambiare, visto che entro due anni tutti gli stati membri dovranno adeguarsi alla nuova direttiva europea sui pagamenti approvata nell‘ottobre 2010, che prevede un limite di trenta giorni, prorogato a sessanta soltanto in casi eccezionali.

 

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